martedì 27 maggio 2008

Il Foglio. "Così Marta Vincenzi prova a resistere a Genova"

Non si sa ancora per quanto, ma per il momento il sindaco di Genova decide di non mollare e sceglie di non fare quel passettino indietro che ormai anche nel suo partito qualcuno cominciava seriamente a consigliarle. Dopo aver ricevuto il sostegno ufficiale del Partito democratico (ieri a Genova Walter Veltroni ha mandato in missione il responsabile organizzazione del partito, Andrea Orlando), Marta Vincenzi ha deciso di sostituire con due nomi di peso gli esponenti dei Ds finiti in carcere per la storiaccia delle tangenti. Vincenzi ha scelto come nuovo portavoce Nando Dalla Chiesa (sottosegretario all’Università e alla Ricerca del governo Prodi) e ha anticipato che all’interno della giunta un ruolo lo avrà anche Andrea Ranieri, responsabile scuola e cultura del Pd romano. Due nomi che sostituiranno quindi Stefano Francesca (ex portavoce) e uno dei due assessori (Paolo Striano e Massimiliano Morettini) usciti pochi giorni fa dalla giunta comunale dopo essere finiti al centro della tangentopoli ligure. Il rimpastino però avrà un significato non indifferente che naturalmente va al di là della geografia politica locale. Genova, nel nordovest, è una delle ultime roccaforti del centrosinistra e l’obiettivo minimo della dirigenza del Partito democratico è quello di superare almeno l’estate per arrivare con meno graffi possibili alla rincorsa per le prossime elezioni europee, nel 2009. Possibile? Se rimpastino sarà, se nella giunta gli assessori sostituiti non saranno più di quelli annunciati (due, al massimo tre) difficilmente il fianco cattolico del Pd (quello più brontolone in qusti giorni nel partito) farà mancare il suo appoggio al sindaco di Genova. Se il rimpastino dovesse invece essere più corposo il discorso cambierebbe e il sindaco potrebbe aver difficoltà serie ad arrivare anche a fine anno. Gli equilibri interni dei vecchi Ds della Liguria fino a qualche giorno fa erano d’altra parte caratterizzati già da una vivace dialettica tra il governatore Claudio Burlando e tra la stessa Marta Vincenzi (il governatore nel Pd è facilmente collocabile tra i fedeli dell’ortodossia dalemiana mentre il sindaco di Genova è decisamente più vicino alle posizioni veltroniane). Come spiega al Foglio un deputato del Pd, la situazione tra i due era piuttosto problematica per una “sovrapposizione storicamente naturale tra governatore della regione e sindaco di Genova e negli ultimi tempi Burlando e Vincenzi proprio non si prendevano”. Paradossalmente, però, con la giunta genovese in crisi, sindaco e governatore ora hanno stretto un patto di non belligeranza e, per usare le parole che Franco Marini ha già felicemente utilizzato per il Pd nazionale, per il momento nel partito “non ci si scannerà”. Certo è che, con le mosse di oggi, da ora in poi Marta Vincenzi avrà con sé due esponenti che le permetteranno di coprirsi un po’ di più a sinistra. Raineri è un ex diessino di peso e Dalla Chiesa è uno che Marco Travaglio avrebbe voluto vedere eletto in Parlamento.
Claudio Cerasa
27/05/08

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Travaglio non è di sinistra, ma un liberale anche abbastanza conservatore, che pressoché ovunque in Europa voterebbe a destra ( tranne che in Francia perché, come dice lui, Sarkozy è un tamarro).

E' strano che voi ragazzetti di primo pelo non riusciate a capire che in Italia, per quanto pochi, ce ne sono ancora di liberali storici (cioè quelli che stavano contro i comunisti quando i comunisti avevano l'atomica puntata sulle nostre teste, e quando il direttore del foglio stava con i comunsti veri) che la pensano come Travaglio e non sono di sinistra.

Come Montanelli ad esempio, che è morto antiberlusconiano ma, quando il direttore del Foglio aveva la tessera del PCI, finì gambizzato dalle Brigate Rosse

Claudio Cerasa ha detto...

Figuriamoci, e chi ha mai pensato che Travaglio è di sinistra? Lo ha detto lui stesso, nell'ultimo libro intervista fatto con Claudio Sabelli Fioretti, che se non ci fosse Berlusconi lui voterebbe da quelle parti lì.

Anonimo ha detto...

Travaglio "liberale storico"? Direi di evitare ogni paragone tra la macchietta Travaglio e Benedetto Croce, Adolfo Omodeo e Guido de Ruggiero.
Federico