mercoledì 26 dicembre 2007

Da non vedere

Evitate di vedere questo film, Leoni per Agnelli: senza capo, senza coda, senza regia, senza recitazione, senza senso. Noioso, palloso, inutile. Facesse almeno un po' incazzare; no. Facesse godere; no. Ci fosse una tetta; e invece niente. Terribile, e con quel cast, poi, è proprio un delitto.

sabato 22 dicembre 2007

Ma so ragazzi

Giusto per capire come funzionano le cose in Italia. Repubblica ha anticipato l'inchiesta su Silvio Berlusconi qualche giorno prima che Silvio Berlusconi ne venisse a conoscenza dai magistrati. Ahi, qui c'è una fuga di notizie; qui c'è una violazione del segreto degli atti di indagini; ahi, ahi. La procura che si è occupata di mettere insieme le notizie criminis e tutte le altre chiacchiere sgallettate è la procura di Napoli? Napoli, sì. La fuga di notizie è effettivamente innegabile, però che succede? Succede che qualcuno ora dovrà indagare su quella fuga di notizia: la fuga di notizie, naturalmente, è un reato. E chi indagherà mai su questa fuga di notizie? Ma naturalmente la procura di Napoli, cioè la stessa procura da cui è partita la fuga di notizie. Si dirà: ma ne valeva la pena; come scrive Vittorio Grevi oggi sul Corriere, più o meno eh, se c'è un'informazione che possa essere utile a definire un reato penale in fondo l'opinione pubblica è meno sensibile alla violazione delle garanzie degli indagati (a meno che le persone non abbiano un cognome che finisca con alema). Ma se non ci dovesse essere reato? Come la mettiamo? Chi se ne ricorderà? Sono diventato bacchettone?

venerdì 21 dicembre 2007

Articoli sul libro

Oggi sono usciti un paio di articoli sul libro; ecco quelli che sono riuscito a ritrovare.

Repubblica
Liberazione
Unità
ePolis
Espresso
Messaggero

giovedì 20 dicembre 2007

Agenzia sull'uomo nero

http://cerazadeallegati.blogspot.com/2007/12/ansa-ho-visto-luomo-nero.html

Per carità

Per carità, sarà l'uomo più cattivo cattivo del mondo. Però io sono un po' inquietato. Dini era (è) l'uomo che tiene in mano l'ago della bilancia del governo; e la moglie quasi l'arrestano. I senatori a vita, diciamo, i Marco Follini della sinistra quasi quasi passavano con la destra; e vengono tutti interrogati dai pm. Un giudice che indagava contro D'Alema e Fassino; e viene mandata via. Un giudice indagava contro il premier; e via anche lui. Un ministro aveva spostato, cioè tecnicamente cacciato, i vertici della guardia di finanza di Milano; e via anche lui. Un ex premier cerca di dialogare con un possibile futuro premier; e via con le intercettazioni. Per carità, sono tutte coincidenze, però fanno veramente ma veramente ma veramente impressione.

Ho visto l'uomo nero su Libero

http://cerazadeallegati.blogspot.com/2007/12/ho-visto-luomo-nero-su-libero.html

Il Foglio. "Veltroniani di lotta".La convinzione che ci si possa fidare di Berlusconi

http://cerazadeallegati.blogspot.com/2007/12/il-foglio-veltroniani-di-lottala.html

Clementina Forleo

Clementina Forleo e Luigi De Magistris sono, sostanzialmente, stati fatti fuori dai loro posti di lavoro. Li trasferiranno, li cacceranno: boh. Si vedrà. Io so solo che la Forleo è sotto indagine della corte di cassazione per aver esondato nei propri giudizi, per aver scritto cose forzate parlando di D'Alema e Fassino e dei loro rapporti con Consorte. Ora, mi chiedo una cosa. Partendo dal presupposto che non condivido quasi nulla di quello che hanno contestato alla Forleo, o meglio, condivido un po' di cose ma due pesi e due misure ma fanno venire il vomito, mi piacerebbe sapere questo: per quale motivo "esondare" non è consentito per un magistrato mentre è consentito per chi quei magistrati dovrebbe tutelarli o meglio giudicarli? Avete mai sentito parlare di Csm? Organo di autotutela della magistratura, no? E allora mi spiegate perché la signora Letizia Vacca, in quota Comunisti Italiani, sul caso Forleo De Magistris ha detto così: "Credo che sia necessario che emerga che sono cattivi magistrati, e non perché fanno i nomi dei politici". A me sembra tanto un giudizio che sembra una sentenza. Ma tanto tanto.

martedì 18 dicembre 2007

Clinton bell

Qui

Il caso Speciale

Ci sono delle porcate di cui preferisco non parlare in questa storia, perché spero di scriverne in altro loco. Però, se vogliamo riassumere quello che è successo ieri, possiamo riassumerlo così: Il generale Speciale, che non era più generale del Gdf perché in pensione ma che comunque resta generale, si dimette dal comando generale della guardia di finanza seppur, il comando generale della guardia di finanza, sia presidiato da un altro generale: generale D'Arrigo, la cui nomina è arrivata dopo la cacciata del generale Speciale. Speciale, dunque, si dimette da un posto che in realtà non occupa. E' come se io domani scrivessi a Napolitano motivando, con dolore, la "mia scelta con la quale auspico di porre fine a una inutile e vergognosa polemica", ragione per la quale, infatti, mi dimetto dalla presidenza degli Stati Uniti. La cosa più bella, però, è che il governo, cioè Padoa-Schioppa, quelle dimissioni le ha accettate. Geniale, no?

La verità su Luttazzi

Sono successe delle cose che i lettori di questo blog devono sapere. Ci sono delle cose che sul caso Luttazzi mi assillano, che mi fanno dormire male, che mi fanno andare di traverso i torroncini e che non mi permettono di assaporare il burro - quanto è buono il burro - dei panettoni Motta. Ho delle fonti buone. E ho saputo. La cacca di Luttazzi. La merda. La vasca da bagno, con la cacca. E poi. La merda che viene mangiata. La cacca che viene sparata. Buttata addosso. Cacca. Merda. Un po' di pipì. E oggi ho saputo; cioè: ci sono arrivato. Fosse mica stitico Luttazzi.

Il Foglio. Il manifesto politico di W. “Tutti da soli alle elezioni”. Intervista con Walter Veltroni

Liquido, senza correnti, aperto a lobby e fondazioni e soprattutto maggioritario. “Sistema tedesco, ispanico o referendum, il Pd deve correre da solo. Credo che se lo facessero anche i miei avversari sarebbe un fatto molto importante. E poi religione, bioetica, Iraq, soldi, Pacs, Obama e Bush. Il manifesto politico di W. “Tutti da soli alle elezioni”
http://cerazadeallegati.blogspot.com/2007/12/il-foglio-il-manifesto-politico-di-w.html


http://cerazadeallegati.blogspot.com/2007/12/intervisa-walter-veltroni.html

lunedì 17 dicembre 2007

Oggi Pierluigi Battista sul Corriere della Sera

Il doppio peso della censura

Ma come, sequestrano un libro, imbavagliano un giornalista, e nemmeno l'ombra di uno dei soliti, stentorei comunicati della Federazione nazionale della stampa? O almeno una dichiarazione indignata dell'Ordine dei giornalisti, solitamente così loquace, statutariamente aduso al pronto intervento per la difesa della libertà di stampa? Eppure è proprio così. A un giornalista de Il Foglio, Claudio Cerasa, hanno fatto sparire dalle librerie il suo lavoro, Ho visto l'uomo nero (edito da Castelvecchi), dedicato alla storiaccia di Rignano Flaminio, alle contorte ed eterodirette deposizioni dei bambini, al clima da stregoneria oscurantista, da incubo, da magia nera, da caccia alla maestra, da inquisizione in cui questa storiaccia si è degradata. Però il sequestro di un libro rigoroso e documentato appare come un fatto normale, non meritevole della pur minima reazione: nemmeno una goccia di quell'oceano di sdegno che in altre occasioni ha accolto censure, intimidazioni, intimazioni al silenzio. Ma perché?

O forse non è più il caso di chiedersi perché. È cosi: punto. L'adozione di un doppio standard di comportamento, di un doppiopesismo frutto, ancor più che di una costruzione razionale o di un'argomentazione concettualmente difendibile, di un puro istinto tribale, di un'inconsapevole e irriflessa propensione all'ipocrisia e all'incoerenza, oramai non prevede nemmeno l'omaggio alle buone maniere, un soprassalto di dignità capace di salvare la forma, se non la sostanza. Almeno far finta di protestare per lo stesso, identico motivo per cui si è protestato fino a un attimo prima a favore di un membro titolato della tribù: niente. Almeno un piccolo sforzo per apparire vicini a un minimo di equanimità: niente di niente. Se in tribunale condannano con evidente spirito persecutorio Giorgio Forattini, uno si immagina almeno che gli organi preposti alla salvaguardia solenne della libertà di satira si riuniscano e confabulino così: «Forattini sarà pure un destro reazionario, ma di professione fa il satiro. Abbiamo detto e stradetto che la satira è sacra e intoccabile e che chi la tocca è un mascalzone. Ergo, facciamo un comunicato di blanda solidarietà a Forattini. Controvoglia, distrattamente, ma ci tocca farlo». Qualcosa del genere, tanto per darsi un tono di indipendenza di giudizio, si poteva dire. E invece no, neanche questo. Il doppio standard è diventato una seconda natura, un automatismo mentale, un'ovvietà inconscia. E dunque, silenzio totale, mutismo assoluto.

E se poi sequestrano un libro di un giornalista su Rignano, la cosa non sembra riguardare i sunnominati organi preposti. Un libro che fa a pezzi un'inchiesta fragile, sbilenca, smentita, come si è appurato in questi giorni, in punta di fatto e di diritto; un buon lavoro di ricostruzione documen-taria, la descrizione di un clima intossicato dove si fabbricano i nuovi mostri: cancellato, costretto a marcire nelle cantine di un editore ingenuo e temerario. Con l'editore e il giornalista che si staranno chiedendo come acquisire quel quarto di nobiltà necessario a mobilitare gli organi preposti della categoria, obbligatorio per non sentirsi dei paria buoni soltanto a suscitare un'indignazione di serie B, che lascia indifferente la nomenklatura del doppio standard.
Pierluigi Battista

domenica 16 dicembre 2007

Lega

Ieri la Lega Nord ha processato e condannato Garibaldi. Qualche settimana fa un tribunale di Napoli ha convocato in aula a testimoniare contro la Walt Disney il signor Paperino, il signor Topolino, il signor Qui, il signor Quo e il signor Qua. Purtroppo è tutto vero

sabato 15 dicembre 2007

(f)air play

Ora, per fortuna politica, economia e finanza non sono così semplici come potrebbero sembrare leggendo i giornali, questo è evidente. E' evidente che ci sarà una ragione complicatissima nel considerare uno che ti offre mille caramelle per un aereo molto più vantaggioso di uno che te ne offre 350.000. Ma fatemi capire, se c'è una compagnia come air France che offre 35 centesimi ad azione e un'altra, come Air One (quindi Banca Intesa, quindi Corrado Passera e indirettamente Bazoli, quindi Francesco Rutelli e Massimo D'Alema che hanno detto sì ad Air One) che non solo ne offre 1, di centesimo, e che è pure carica di debiti oltre ad essere ben più piccola del boccone che si vorrebbe pappare (ma che non si papperà), dico io: è così difficile scegliere? E' così difficile scegliere il principio: Sì, tu hai più soldi, mi paghi di più e io scelgo te. No, perché gli sconti si fanno solo agli amici, e si fanno solo per fare un favore a qualcuno. Sarà mica così per Alitalia? Sarà mica che qualcuno vuole parlare di (al)italianità? Sarà mica che allora Fazio Antonio, quando parlava di italianità (ricordate? Bpi, Antonveneta), tanti torti non ne aveva? Ma no, sarà che è tutto molto complicato. Però se a me dicono vuoi 350.000 caramelle o ne vuoi 1.000 io rispondo 350.000, non so voi.

venerdì 14 dicembre 2007

Oggi Carlo Bonini su Repubblica

Esiste un termine inglese – drop the investigation – che con felice scelta linguistica fotografa il fair-play cui dovrebbe essere improntato il rito accusatorio. All´esito dell´istruttoria o durante il suo svolgimento, se il processo appare un´irragionevole avventura, la pubblica accusa lascia "cadere l´indagine". Per il rispetto della dignità degli indagati e delle parti offese, per consentire di cercare "altrove" e più efficacemente le responsabilità che ne possano risarcire il danno. O, se si preferisce, e meno prosaicamente, per ottemperare a criteri di efficienza che dovrebbero muovere una ragionevole amministrazione della Giustizia.
Con il deposito delle conclusioni del Ris di Messina, gli uffici giudiziari di Tivoli potrebbero e dovrebbero ragionevolmente concludere che non resta alternativa se non quella di "lasciar cadere l´indagine". In sette mesi, l´istruttoria è stata censurata da due diversi collegi giudicanti (il tribunale del Riesame in maggio, la Cassazione in settembre), svuotata da ogni possibile indizio che consenta di collocare i bimbi che si vogliono vittime degli abusi nei luoghi (le abitazioni) o anche soltanto accanto agli oggetti (i peluche) nella disponibilità dei sette indagati.
Ma questo non accadrà. Al venir meno delle prove, si è allungata la fila dei genitori che vogliono i propri figli abusati (si preparano 16 nuove testimonianze). Il motivo è nel peccato di origine che il caso di Rignano sconta e continuerà a scontare. L´affare doveva essere occasione di una ricerca della verità (chi ha fatto che cosa, quando, dove, perché) rigorosa e laica. E´ stato, sin dall´inizio, inefficiente spettacolo giudiziario, specchio di una irragionevole e oscurantista battaglia ideologica tra un fantomatico "partito dell´infanzia" ("i bambini non inventano storie") e un´altrettanto fantomatica organizzazione pedofila intenta nell´occultamento dei crimini e delle loro responsabilità (nell´assoluto silenzio, ne ha fatto le spese persino un libro, "Ho visto l´uomo nero" di Claudio Cerasa, sequestrato per ordine del Tribunale Civile di Roma). E´ stato, né più e né meno, che una proiezione dell´inadeguatezza degli adulti nell´ascoltare e capire cosa dicono o provano a dirci i bambini. Gli adulti ne hanno tratto e ne continueranno a trarre grande visibilità. I bambini ne resteranno le vittime.

Oggi sul Foglio. Da uno degli editoriali.

La vera censura. Il libro sugli orchi di Rignano sequestrato e l’indifferenza dei libertari

Sequestrare un libro è una cosa seria. E’ una vera censura, non una sceneggiata martirologica di quelle in voga. Il libro censurato di Claudio Cerasa, del Foglio, ha questo titolo: “Ho visto l’uomo nero”. E’ la corretta parafrasi delle deposizioni che, al culmine di una specie di ballo inquisitorio impazzito, sono state attribuite ad alcuni bambini di Rignano, il paesello alle porte di Roma dove un’ondata di arresti, poi tutti cassati dalla magistratura, aveva colpito vite, libertà personale e onore di un certo numero di presunti pedofili. L’uomo nero è scomparso dall’orizzonte probatorio, che era fragile e supremamente ambiguo come hanno sostenuto Carlo Bonini e altri eccellenti cronisti, ma il libro di Cerasa in cui queste cose furono anticipate e analizzate con equilibrio è scomparso nella follia oscurantista della più odiosa delle violazioni del diritto di cronaca: è stato rubato al pubblico. Ieri il Ris, cioè la sezione scientifica dei carabinieri, ha documentato a chiare lettere che la visione dell’uomo nero era una suggestione non provata da alcun riscontro, nata nello strano circuito famiglia-psicologi, perché non c’è uno straccio di indizio materiale che i bambini divenuti testimoni abbiano realmente frequentato i luoghi incriminati dove l’uomo nero, quello che nella loro febbrile deposizione abitava nei “castelli cattivi”, avrebbe esercitato le sue orcaggini. Sul modo di trasformare un bambino in testimone, che può essere corretto oppure espressione della più bieca sebbene inconsapevole inclinazione alla caccia alle streghe, il nostro cronista aveva lavorato con scrupolo, pieno di dubbi, cercando e ricercando i dati materiali dell’inchiesta con delicatezza e rispetto della privacy violata, casomai, dall’inquisitore diffuso che a Rignano aveva individuato il sabba delle orchesse. Ma non c’è stato niente da fare.
Tuttavia si poteva sperare che in un soprassalto di serietà e responsabilità il sequestro sarebbe stato criticato vivacemente, e che il sindacato dei giornalisti si fosse attivato in modo massiccio a difesa della libertà del mestiere, specie in un caso così delicato. Invece poca roba, e di straforo. Il silenzio si addice evidentemente alla soppressione delle vere denunce, all’esercizio autentico della libertà di capire, di scrivere, di dire quel che si è capito in una situazione sghemba come quella dell’infausto processo di Rignano. La prossima volta Cerasa giocherà con la cacca, che quanto a censura è attività più redditizia.

mercoledì 12 dicembre 2007

Cav, D'Avanzo, Napoli

Nell'articolo di oggi su Repubblica su "Tv e mercato dei voti, Berlusconi indagato per corruzione", c'è un passaggio davvero notevole: "Berlusconi è indagato dalla procura di Napoli per la corruzione di Agostino Saccà, presidente di RaiFiction e - seconda ipotesi di reato - per istigazione alla corruzione del senatore Nino Randazzo e di altri senatori della Repubblica, "in altri episodi non ancora identificati". Mi spiegate che senso ha "in altri episodi non ancora identificati?". Come dice il bravissimo Massimo Bordin su radio radicale, ma che senso ha mettere sotto indagine qualcuno quando gli episodi non sono stati ancora identificati?

Tir e molla

Solo una cosa sui Tir. Io sono piuttosto convinto che i camionisti incazzati per tasse alte, gasolio alto etc abbiano ragione. Solo che, invece che con il governo, credo sia più opportuno che si incazzino con chi li rappresenta nei colloqui e nei rinnovi contrattuali con il governo. A me però fa incazzare un'altra cosa: se l'80 per cento del traffico italiano non fosse su strada ma fosse su rotaia tanti ricatti i camionisti non li potrebbero fare. E se sono nelle condizioni di creare un bordello del genere più che con i camionisti secondo me dovremmo prendercela con i pecoraroscanisti.

lunedì 10 dicembre 2007

Chi rema contro

Per capire chi rema contro o chi lo fa e non lo dice, o chi non lo fa ma lo pensa, o chi lo pensa ma non lo vuol fare pensare, per capirlo c'è un modo, cioè comprendere in che lingua si parla in questi giorni quando si parla di sistema elettorale. Berlusconi e Veltroni parlano un tedesco con l'accento spagnolo (collegi piccoli, forte rappresentatività regionale, 5 per cento di sovrarappresentatività legata ai collegi piccoli che funzionerebbero come un premio di maggioranza nascosto, per poi mettere da parte i partiti piccoli piccoli e creare 4 o 5 partiti che dopo le elezioni, con le mani libere, si mettono seduti e decidono un po' con chi governare. Meglio al centro che a sinistra, pare di capire, per Veltroni). Dall'altra parte ci sono cinque signori che parlano un tedesco piuttosto stretto e che consiglierei di seguire nel modo con cui comunicano a distanza: D'Alema, Bertinotti, Casini, Bossi, Mussi.

domenica 9 dicembre 2007

Prodi

Altro che semaforo, la frase più bella di Guzzanti-Prodi è questa: Bertinotti vuole avere la maggioranza fregandosene di governare, io voglio avere la maggioranza fregandomene di governare.

Fassino

La cosa più triste di Piero Fassino non è tanto che oggi fa nel governo quello che Roy Hodgson fa nell'Inter (adetto alle relezioni con l'estero), è che anche quando fa interviste come queste lui parla ancora al plurale, "pensiamo alla dignità del lavoro", quando continuare a voler fare la politica con il culo degli altri è quantomeno sgradevole, specie dopo che ti hanno, come dire, trombato.

Luttazzi

Il problema di Daniele Luttazzi non è tanto che si ispira, diciamo, liberamente a David Letterman, che fa satira un po' sgradevole e che ha guadagnato una fortuna con la retorica del non mi vogliono, non mi capiscono, sono troppo scomodo. Il problema di Daniele Luttazzi è che non fa ridere e, come i bambini isolati alle feste delle medie, per far sorridere un po' è costretto a darti una svegliata dicendo: "CACCA!!!!", "PIPI'!!!!!", "CULO!!!!!!!!!!!!!!!" e poi - nella serie come mi si nota di più? -, magari la roba a forma di cacca la mangia pure in diretta, magari un giorno lo vedremo fare anche un po' di puzzette parlando di Berlusconi e non c'è dubbio che sarebbe divertentissimo Luttazzi anche se proponesse una moratoria per depenalizzare eticamente il rutto libero. Solo che se Luttazzi non lo mandano più in tv, la colpa di chi è? Di lui che non facendo ridere nessuno dice cacca e pipì o di quelli che lo mandano via perché le poche cose che dice le dice male e le dice anche buttando merda addosso alle persone e, come scritto stamattina da Ferrara, perché butta merda addosso a un'intera rete?
Sull'argomento è definitivo Fillippo Facci, qui

martedì 4 dicembre 2007

Rai

Spiegatemi una cosa. Berlusconi che mette i suoi uomini Rai alla luce del sole è uno stronzo e il centrosinistra che mette suoi uomini in Rai (senza avere la facoltà di farlo, come il consiglio di stato ha appena confermato) per toglierne uno che gli sta sul culo invece va bene?

Brillante

GIORNALISMO: PAOLO MIELI DIRETTORE DELL'ANNO: "Per avere tenuto fede all'impegno preso con i lettori di fare un giornale credibile, severo e autorevole ma allo stesso tempo brillante e vivace, ricco di spunti originali, di grandi inchieste sui temi di attualita' e sempre caratterizzato dall'alta qualita' della scrittura" .

domenica 2 dicembre 2007

Prima che diventasse re

Nicolas Sarkozy nel 2002, quando faceva quello che oggi fa Giuliano Amato. Ministro dell'Interno. Primo: "Tutto ciò che non si vede al telegiornale delle 20 non esiste". Secondo: "Terrorizzare chi terrorizza". Poi così, giusto per curiosità, ho fatto una prova. Sono andato su Google e per avere la percezione del sarkosismo del nostro ministro degli interni ho scritto Giuliano Amato accanto al nome di Nicolas Sarkozy. Poi ho provato ad associare il suo nome a questa parola qui: "Disastro". Indovinello: quale delle due prove è andata più a buon fine?

Maledetta censura

Non la vedrete mai in tv, ed è davvero un peccato. Geniale

sabato 1 dicembre 2007

Ma?

E' una contraddizione essere garantisti e rimanere un po' perplessi nello scoprire che il 95 per cento dei processi italiani finisce in prescrizione?

Come se non bastassero quelli coi baffi

Fassino fa quello che avrebbe voluto fare e che invece fa D'Alema. Moratti fa quello che nessuno avrebbe mai voluto che facesse e lo fa fare a lui, di cui obiettivamente sentivamo la mancanza

Senti senti

Piero Fassino, a Panorama: "Metto sotto accusa il relativismo culturale per cui spesso abbiamo accettato in altri paesi cose che non avremmo accettato nel nostro. Diciamolo chiaro: abbiamo fatto bene a intervenire in Afghanistan per liberare quel paese da un regime teocratico e oppressivo e per combattere Al Qaida".

Il Cav e Walter

Capisco che ieri è stato un giorno pazzesco. E capisco che Berlusconi si sia rallegrato assai quando alla fine dell'incontro con Veltroni ha detto evviva!! E' finita l'era dell'antiberlusconismo. Come dargli torto? Effitivamente un ex rappresentante della militanza antiberlusconiana (Veltroni) ha demostrificato l'attuale leader dell'opposizione. Il calcolo è semplice. Veltroni leggitima Berlusconi e Veltroni, cioè la sinistra, non è più travolta dall'odio anti Cav. Vero? Un po' sì. Però Veltroni, che resta un genio per come ha gestito questa settimana senza incontri segreti e tutto alla luce del sole, ecco: quando dice che Berlusconi, parlando con Veltroni, ha messo fine al periodo dell'anticomunismo militante (ricordate il Cav? "Comunisti, comunisti, comunisti", diceva fino a poco tempo fa), fa un po' impressione. Perché che Berlusconi sia Berlusconi non c'è dubbio, ma che Veltroni sia (stato) comunista non era lo stesso Veltroni ad averci detto che tanto vero non era?

E' che proprio non mi ricordo

Ricapitoliamo: il rom e la signora uccisa. Poi il tifoso della Lazio ucciso. Poi gli scontri con la polizia dopo che il ragazzo è stato ucciso. Poi il capo dei vigili che parcheggia con il cartoncino, taroccato, degli handicappati. Poi la cocaina nei cieli. Poi quello che si mette a sparare dall'ultimo piano di un palazzo. Ora i taxi. Ecco. E' che non mi ricordo proprio: ma come cazzo si chiama quella città dove non si capisce più se c'è tanta sfiga, ma tanta tanta sfiga, oppure se non ci si sta più capendo tanto?