lunedì 23 febbraio 2009

Il bello della crisi

"Prosegue la frenata dell'inflazione. A gennaio l'indice dei prezzi al consumo è cresciuto dell'1,6% rispetto allo stesso mese del 2008, dopo aver segnato un +2,2% a dicembre. Si torna così ai livelli di agosto 2007. Lo annuncia l'Istat confermando il dato provvisorio diffuso all'inizio di febbraio. Su base mensile, invece l'indice è sceso dello 0,1%."

giovedì 12 febbraio 2009

Maledetti gufi

A tutti quei gufi maledetti che confondono la crisi dei giornali con la crisi dei giornali fatti di merda, la dimostrazione del fatto che i giornali se fatti bene vendono, sono appetibili e fanno un sacco gola agli imprenditori di mezzo mondo (vedi Bolloré in Francia, vedi Murdoch in America) è tutta qui. E' nei dati che nei prossimi giorni leggerete sui giornali sull'Economist. Che sono questi. Su base mondiale le copie dell'Economist sono aumentate nell'ultimo anno del 6,4%. Negli ultimi dieci anni, in tutto, del 99 per cento. Tiè.

Povero dabliù, manco na lettera

Ecco perché la lettera di Obama a Veltroni di una settimana fa e le polemiche conseguenti hanno solo infastidito il Cavaliere. «Obama - spiega il portavoce di Palazzo Chigi, Paolo Bonaiuti - ha solo risposto ad una lettera che il presidente del Pd gli aveva inviato in occasione della cerimonia di insediamento. E la risposta è un testo unico che la Casa Bianca invia per prassi a tutti quelli che hanno scritto al Presidente. Nessuno escluso».

martedì 10 febbraio 2009

Eluana

Confesso che ho le idee molto confuse su quello che è successo con Eluana, perché credo sia uno di quei casi in cui solo chi si trova in quella determinata situazione è in grado di capire qual è la cosa giusta da fare. Di questo ne sono certo. Così come sono certo che al centro della discussione che ha accompagnato gli ultimi giorni di vita di Eluana tutto sia concentrato su quelle quattro lettere che ho appena utilizzato. Vita, appunto. Sinceramente, credo che in questo caso, così come pochi altri casi, Berlusconi abbia fatto quello che si sentiva di fare, senza andare a sbirciare i sondaggi e senza stare a pensare se quello che diceva gli sarebbe convenuto o no. Semplicemente era quello che pensava ed era quello che credeva fosse giusto fare. La critica meno brillante che può essere fatta sul caso di Eluana è però quella che riguarda l'aver trasformato una sofferenza privata in un fenomeno mediatico. In una questione pubblica. E' una critica un po' superficiale questa, perché il caso di Eluana è stato un caso che è diventato pubblico per volontà della famiglia, e non certo per volontà dei media, del governo o del presidente della Repubblica. Era diventata un fatto pubblico, Eluana, e il suo papà aveva deciso deliberatamente di trasformare la sua battaglia in una battaglia non privata, che avesse infine una legittimazione da parte dello stato. Oltre a questo, ci sono un paio di altre cose che mi vengono in mente. La prima è che bisogna fare attenzione quando si gioca con le parole. Eluana era morta oppure no? Forse la domanda è sbagliata, forse chi considerava Eluana morta ancor prima che lo fosse davvero riteneva che il suo stato di salute non fosse degno di essere definito tale. Ma allora bisogna che chi ha questa convinzione parli chiaro e lo dica: quella roba lì non è vita, punto. Dire che Eluana era morta, quando poi alle 20.10 di ieri sera ti accorgi che non era morta affatto (grottescamente, gli stessi giornali che avevano difficoltà a mettere insieme la parola vita e la parola Eluana alle nove di sera titolavano tutti “Eluana è morta”) significa imbrogliare, e non ammettere qual è la radice del problema. Che è questa, secondo me. Eluana è stata uccisa, non è stata lasciata morire. E’ un caso completamente diverso da quello di Welby, questo, perché Welby è stato lasciato morire, perché in quel caso la terapia era senza dubbio una terapia, e le cure interrotte sono state un modo per lasciarlo andare, diciamo, “naturalmente”. Con Eluana invece no, l’alimentazione e l’idratazione ho difficoltà a considerarle come cure, e la mancata somministrazione di acqua e di cibo ho ancora più difficoltà a non definirle come far morire qualcuno piuttosto che lasciarlo andare. Quello che andrebbe discusso, e quello che dovrebbe offrire una risposta da tutta la storia che ha inconsapevolmente coinvolto Eluana, è diverso. E’ una risposta a una domanda semplice. E’ giusto oppure no che ci sia una persona che decida di far morire un’altra persona perché sostiene che quella sia la sua volontà senza poterlo dimostrare? Secondo me non è giusto. Secondo me è giusto che ci sia ora una legge fatta con i contro cazzi sul testamento biologico ed è giusto che, senza nascondersi dietro le parole, chi è favorevole all’eutanasia dica che in alcuni casi è giusto uccidere qualcuno per non farlo soffrire. Per questo, alla fine, credo sia assurdo non riconoscere che quella su Eluana sia una battaglia tra chi vuole la vita a tutti i costi e chi invece quella vita a determinate condizioni è disposto a sacrificarla. Le altre cose, sinceramente - cose per esempio come quelle che dicono i dirigenti del partito che io stesso ho votato e cose che dicono parecchi dirigenti dei partiti che grazie al cielo non ho votato - mi sembrano solo chiacchiere, chiacchiere, chiacchiere.