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mercoledì 20 febbraio 2008

Libro dissequestrato

Poi lo spiegherò meglio, ma intanto oggi per me la notizia – magnifica – è questa: la scorsa settimana il garante della privacy ha detto che il mio libro non ha violato la privacy dei minori: oggi, invece, il tribunale di Roma ha accolto il mio reclamo, e il libro su Rignano, sequestrato d'urgenza due mesi fa, è stato dissequestrato. Ecco cosa scrivono i giudici: "Nel libro 'Ho visto l'uomo nero' il trattamento dei dati dei minori presunte vittime di abusi sessuali risulta a ben vedere effettuato nei limiti del diritto di cronaca e in particolare di quello dell'essenzialità dell'informazione riguardo a fatti di interesse pubblico". E poi: "Gli accorgimenti utilizzati - indicazione del nominativo dei minori mediante la sola iniziale del prenome, espunzione del cognome dei genitori dagli atti riportati - appiaono adeguati a garantire la reale protezione dei dati personali dei soggetti coinvolti e ciò anche avuto riguardo alla tutela rafforzata dei minori implicati in fatti di cronaca". E ancora: "Va in particolare eminentemente evitato che la pretesa tutela dei dati personali, intesa in modo formalistico ed indiscriminato, divenga un facile escamotage per condizionare o comprimere la libertà di stampa".
Qui tutta la storia.

martedì 19 febbraio 2008

Pazzesco

(ANSA) - ROMA, 19 FEB - Nessuna partecipazione ai cosiddetti 'giochi cattivi', ma una conoscenza dei fatti appresa dalla mamma che lo aveva saputo da un'altra madre. Dal racconto di una piccola di 5 anni, duro colpo per gli inquirenti che indagano sui presunti abusi sessuali di Rignano Flaminio. Interrogata da una neuropsichiatra infantile,la piccola, uno dei 19 minori ritenuti sessualmente abusati, ha parlato di 'maestre cattive che dicevano cose brutte ai bambini',ma ha anche sottolineato di averlo saputo dalla madre.

domenica 10 febbraio 2008

Buone notizie sul libro

IL GARANTE DELLA PRIVACY: IL LIBRO SU RIGNANO FLAMINIO NON VIOLA LA RISERVATEZZA DEI MINORI

PER IL GARANTE DELLA PRIVACY, IL LIBRO SUL CASO DI RIGNANO FLAMINIO,
HO VISTO L’UOMO NERO”, SCRITTO DAL GIORNALISTA DEL FOGLIO CLAUDIO CERASA, “RIENTRA NEL LEGGITTIMO ESERCIZIO DEL DIRITTO DI CRONACA E DI CRITICA SU UN FATTO DI INTERESSE PUBBLICO”

Il garante della privacy, autorità preposta specificamente alla tutela della riservatezza, al quale si erano rivolti alcuni dei genitori del caso di Rignano Flaminio, ha escluso che vi sia stata alcuna violazione delle norme che tutelano la riservatezza dei minori nella pubblicazione del libro “Ho visto l’uomo nero. L’inchiesta sulla pedofilia di Rignano Flaminio, tra dubbi sospetti e caccia alle streghe”, edito da Castelvecchi e scritto dal giornalista del Foglio Claudio Cerasa. Il garante della privacy ha rifiutato di assumere i provvedimenti inibitori richiesti e ha invece consentito la libera divulgazione del libro. Il provvedimento contrasta con l’ordinanza inibitoria assunta dal giudice del tribunale civile di Roma, due mesi fa, che ha portato al sequestro del volume: ordinanza ora soggetta al reclamo, da parte dell’autore e dell’editore, alla sezione collegiale che si esprimerà nei prossimi giorni.

La decisione del garante conferma le critiche espresse di fronte a Romano Prodi il 27 dicembre 2007 dal presidente dell’ordine nazionale dei giornalisti, Lorenzo Del Boca, secondo le quali il sequestro del libro di Claudio Cerasa è un grave atto di censura che attenta alla libertà di stampa.

Secondo il garante per la protezione dei dati personali “la pubblicazione del libro è in termini generali riconducibile al legittimo esercizio del diritto di cronaca e di critica su un atto di interesse pubblico”. Continua il garante della privacy: “L’ufficio ha poi riscontrato che alcune parti del libro indicate nelle segnalazioni riportano dichiarazioni dei genitori piuttosto dettagliate relative a giochi di natura sessuale cui sarebbero stati sottoposti i figli minori. Tali passi, pur consentendo di riferire alcuni fatti ivi descritti a taluni bambini, non li rendono identificabili per il vasto pubblico. Per quanto riguarda l’ambito strettamente locale di Rignano Flaminio, è stato invece rilevato che il riferimento alle coppie di genitori individuati nel libro con i relativi nomi propri, nonché la menzione dell’iniziale del nome di alcuni bambini, può aver reso identificabili taluni fra essi, in una vicenda nella quale la moltitudine di notizie e informazioni già in circolazione aveva, però, già ampiamente esposto le famiglie degli interessati a una larga diffusione di dati nel medesimo ambito locale”. Scrive ancora Giovanni Buttarelli, segretario generale del garante della privacy, che “le notizie stampa hanno via via evidenziato le complessità emerse nelle indagini e le diverse tesi sostenute dalle parti coinvolte, riportando anche dichiarazioni rilasciate alla stampa dalle famiglie interessate e/o dai relativi legali, nonché stralci di testimonianze rese nel procedimento penale”. Conclude il garante: “Questo ufficio non ha comunque ravvisato i presupposti per promuovere l’adozione di un provvedimento del Garante”.

Repubblica

Ansa

Omniroma

lunedì 17 dicembre 2007

Oggi Pierluigi Battista sul Corriere della Sera

Il doppio peso della censura

Ma come, sequestrano un libro, imbavagliano un giornalista, e nemmeno l'ombra di uno dei soliti, stentorei comunicati della Federazione nazionale della stampa? O almeno una dichiarazione indignata dell'Ordine dei giornalisti, solitamente così loquace, statutariamente aduso al pronto intervento per la difesa della libertà di stampa? Eppure è proprio così. A un giornalista de Il Foglio, Claudio Cerasa, hanno fatto sparire dalle librerie il suo lavoro, Ho visto l'uomo nero (edito da Castelvecchi), dedicato alla storiaccia di Rignano Flaminio, alle contorte ed eterodirette deposizioni dei bambini, al clima da stregoneria oscurantista, da incubo, da magia nera, da caccia alla maestra, da inquisizione in cui questa storiaccia si è degradata. Però il sequestro di un libro rigoroso e documentato appare come un fatto normale, non meritevole della pur minima reazione: nemmeno una goccia di quell'oceano di sdegno che in altre occasioni ha accolto censure, intimidazioni, intimazioni al silenzio. Ma perché?

O forse non è più il caso di chiedersi perché. È cosi: punto. L'adozione di un doppio standard di comportamento, di un doppiopesismo frutto, ancor più che di una costruzione razionale o di un'argomentazione concettualmente difendibile, di un puro istinto tribale, di un'inconsapevole e irriflessa propensione all'ipocrisia e all'incoerenza, oramai non prevede nemmeno l'omaggio alle buone maniere, un soprassalto di dignità capace di salvare la forma, se non la sostanza. Almeno far finta di protestare per lo stesso, identico motivo per cui si è protestato fino a un attimo prima a favore di un membro titolato della tribù: niente. Almeno un piccolo sforzo per apparire vicini a un minimo di equanimità: niente di niente. Se in tribunale condannano con evidente spirito persecutorio Giorgio Forattini, uno si immagina almeno che gli organi preposti alla salvaguardia solenne della libertà di satira si riuniscano e confabulino così: «Forattini sarà pure un destro reazionario, ma di professione fa il satiro. Abbiamo detto e stradetto che la satira è sacra e intoccabile e che chi la tocca è un mascalzone. Ergo, facciamo un comunicato di blanda solidarietà a Forattini. Controvoglia, distrattamente, ma ci tocca farlo». Qualcosa del genere, tanto per darsi un tono di indipendenza di giudizio, si poteva dire. E invece no, neanche questo. Il doppio standard è diventato una seconda natura, un automatismo mentale, un'ovvietà inconscia. E dunque, silenzio totale, mutismo assoluto.

E se poi sequestrano un libro di un giornalista su Rignano, la cosa non sembra riguardare i sunnominati organi preposti. Un libro che fa a pezzi un'inchiesta fragile, sbilenca, smentita, come si è appurato in questi giorni, in punta di fatto e di diritto; un buon lavoro di ricostruzione documen-taria, la descrizione di un clima intossicato dove si fabbricano i nuovi mostri: cancellato, costretto a marcire nelle cantine di un editore ingenuo e temerario. Con l'editore e il giornalista che si staranno chiedendo come acquisire quel quarto di nobiltà necessario a mobilitare gli organi preposti della categoria, obbligatorio per non sentirsi dei paria buoni soltanto a suscitare un'indignazione di serie B, che lascia indifferente la nomenklatura del doppio standard.
Pierluigi Battista

sabato 22 settembre 2007

Su Panorama

Oggi Panorama dedica due magnifiche pagine al libro. Scrive il mitico Buttafuoco: "Anche se non c’è nebbia, né la pipa, né alcun boccale di birra, l’Uomo nero sembra scappato da un’indagine del più inquietante Maigret."
http://cerazadeallegati.blogspot.com/2007/09/ho-visto-luomo-nero-su-panorama.html

mercoledì 19 settembre 2007

Esce il mio libro

Esce il 21 settembre, ma già si trova in giro. E' un po' un'inchiesta, un po' un racconto, un po' un saggio e un po' un romanzo; si parla di Rignano Flaminio. Il libro costa 14 euro, l'editore è Castelvecchi, sono circa 170 pagine. Questa è la copertina, questa la copertina con il mio profilo e la quarta di copertina. Il libro si chiama "Ho visto l'uomo nero".