giovedì 22 maggio 2008

Il Foglio. "Tessera numero 1 del Pd e del CaW. Super De Benedetti"

Udite, udite. “Le misure prese ieri dal Consiglio dei ministri sono in linea con i desideri e le richieste del paese. E’ positivo, infatti, che ci sia stata un’affermazione forte che lo stato esiste”. Sono le stesse parole utilizzate oggi da due dei quotidiani di riferimento del Popolo della Libertà (Secolo e Giornale) e sono le stesse argomentazioni con cui il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Paolo Boniauti, aveva commentato i provvedimenti varati ieri dal Consiglio dei ministri (“Sì, lo stato c’è”). Quelle parole tra virgolette, però, non arrivano dall’ufficio stampa del Cav. e non arrivano neppure dal primo piano di Palazzo Chigi. Arrivano dall’ingegnere Carlo De Benedetti, che è editore del gruppo Espresso, che ancor prima che il nascesse il Pd ne rivendicò la tessera numero uno, che con la Repubblica ha tirato la volata di Walter Veltroni alla candidatura a Palazzo Chigi e che fino al giugno 2005 sosteneva che il Dna del Cav. fosse “autocratico” e dunque incompatibile con la politica (“Io sono, rimango, ero e continuerò a essere contrario agli imprenditori in politica”, disse a Massimo Gaggi tre anni fa). Invece, questa mattina, CDB ha trattato il primo atto ufficiale del Cav. IV con lo stesso approccio costruttivo che avuto nelle ultime settimane il quotidiano di largo Fochetti. Per fare un esempio, ma basta leggere gli articoli elogiativi pubblicati oggi dopo il Cdm di Napoli, il giorno dopo il discorso alla Camera del premier, il vicedirettore di Repubblica Massimo Giannini il nuovo Cav. l’aveva definito così: “Pontefice repubblicano”. Ma le parole di CDB confermano l’impressione che al dialogo tra il Cav. e W. il gruppo dirigente di Repubblica ci crede davvero, ci crede se è possibile anche più del Corriere della Sera (sedotto più dalle nuove pagine tremontiste che dal Cav. “epifanico” , definizione di Giannini) e ci crede così tanto da non aver paura a zittire chiunque provi a mettere ostacoli tra il premier e la sua ombra del Pd (vedi il caso Travaglio-D’avanzo). Tanto che, poche settimane dopo aver definito “troppo barocco per la nostra società il sistema dualistico” (inteso quello delle banche, sottointeso quello indossato dai due ex gemelli del gol del Pd, Veltroni e Rutelli), e poche settimane dopo aver scaricato solo uno di quei due gemelli del gol (Rutelli), la tessera numero uno del Pd, da oggi, si candida a essere anche formidabile tessera numero uno di un altro partito, quello del CaW.
Claudio Cerasa
22/05/08

1 commento:

Accattone ha detto...

Oddio , sara' mica una specie di nuovo lodo Mondadori con il medesimo mediatore ?
Certo che la rasoiata di D'Avanzo a Travaglio non sono in molti ad averla capita, ma forse l'idea è quella.
Avanti così si attende solo la fusione fredda tra quotidiani...