domenica 18 maggio 2008

Andrea Romano, Compagni di scuola, il Partito democratico, le particelle di sodio

Ho riletto il libro di Andrea Romano, compagni di scuola, e dopo averlo letto un po' superficialmente un anno fa, quando mi era piaciuto, oggi trovo sia un buon libro pieno di informazioni utili (virgolettati, interviste, bellissima la parte in cui si ricorda la vecchia Fgci romana con Veltroni, Bettini, Borgna e Pasolini - e pensando che, trent'anni dopo aver avuto Pasolini a villa Borghese, sul palco di piazza del Popolo Veltroni quest’anno il Pd aveva Lorenzo Jovanotti ti fa capire molte più cose di un saggio di Ilvo Diamanti. Però questo è un altro discorso) solo, dicevo, che questo è un libro che parte da una giusta premessa (la classe politica che oggi ci spiega come l'Italia si deve rinnovare è la stessa che ci spiegava come rinnovarci vent'anni fa). Un libro che però non riesce a spiegare il perché di questa storia. In estrema sintesi, non credo proprio che il problema del Pd fatto dai vecchi compagni di scuola sia quello che i vecchi compagni di scuola hanno creato un cordone di potere così forte da aver strozzato in culla i giovani emergenti. Basta con questa storia. Davvero. Se D'Alema, Veltroni, Fassino etc sono gli stessi che giravano dalle parti di Berlinguer negli anni Settanta (Berlinguer, tra l'altro, puntava più su Fassino che su D'Alema) il punto è che non c'è stato nessun'altro in Italia che a sinistra, fino a oggi, sia stato in grado di stare, per così tanto tempo, così dicono i colti, "sugli scudi". Nessuno. Sotto i vecchi compagni di scuola, se non vogliamo dire che non c'è niente, c'è molto poco e non perché ci sia un tappo che ostruisce tutto ma perché sotto quel tappo, purtroppo, c’è lo stesso effetto sonoro di quella terrificante pubblicità dell’acqua Lete. Dove una simpatica particella di sodio, disperata, si guarda attorno alla ricerca di altre particelle di sodio. Si guarda attorno e dice che, porca puttana, “Qui non c'è nessuno”. E si dispera ma con gli occhi, però, di chi ha tutta l’aria di rallegrarsi. "Sono sola come una particella di sodio”, dice la particella di sodio. Cosa che Veltroni, tra l'altro, non gradirebbe affatto. Perché oggi, il segretario del Pd, prenderebbe senz'altro da parte la particella e le direbbe di aggiornare il vocabolario. Sciocchina, direbbe Veltroni, tu non sei “sola”. Tu sei semplicemente “libera”.

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