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mercoledì 21 novembre 2007
Finanza creativa
Dunque, a occhio e croce potrebbe andare così. Ci sono due partite in ballo in questo momento che, diciamo, il 98 per cento degli italiani probabilmente ignora o quantomeno ne è annoiata: sono Telecom e Generali i cui destini dipendono da un sistema, questo sì, bipolare, formato da un signore che si chiama Cesare Geronzi e da uno che si chiama Giovanni Bazoli. Il primo, da ex numero uno di Capitalia (ora fusa insieme con Unicredit) è il numero uno di Mediobanca (che controlla la quota di maggioranza delle Generali); il secondo è il numero uno di Intesa-SanPaolo. Sono le due banche più importanti d'Italia, naturalmente e si starebbero spartendo il controllo delle due grosse partite: in Telecom, se è vero, dovrebbe finire il signor Bernabé, uomo su cui si sono accordati Geronzi e Bazoli ma uomo più bazioliano che geronziano e uomo molto gradito a Prodi e al suo consigliere Angelo Rovati. L'idea potrebbe essere questa: in Telecom ci va, sotto le mentite spoglie di un accordo, un uomo visto bene sia da Geronzi che da Bazoli, in Generali però, se andrà così, qualcosa deve cambiere: oggi il presidente si chiama Bernheim, che è anche vicepresidente di Intesa SanPaolo (Generali ha il 5 per cento di Intesa SanPaolo). Secondo me ci sarà una rivoluzione, Bernheim verrà cacciato presto dal suo amministratore delegato (si chiama Perrissinotto) e al posto del francese potrebbe andarci un uomo vicino a Geronzi o quantomeno vicino ai francesi di Mediobanca. Per esempio, così, sarà solo un caso che dopo la legione d'onore a Bernheim, ieri lo stesso riconoscimento è stato offerto a Paolo Scaroni, da marzo componente del Cda di Generali come indipendente?
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2 commenti:
scusa, perche' Scaroni dici che e' ex eni? non e' ancora il presidente?
Corretto, thkns
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