Cerazade ha cambiato indirizzo, e ora è qui
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In teoria sarebbe qualcosa che ha a che fare con le mille e una notte, Sherazade era la tipa che era obbligata dal sultano a raccontare storie, storie, storie. Un po' di storie, un po' di spunti, un po' di follie, un po' di sport, un po' di politica, un po' di curiosità, un po' di paranoie, un po' di quello che mi va.
7 commenti:
Ottima vetrina per il tuo libro, grande performance del nostro Claudio!!
complimenti per il tuo libro, stupendo e sicuramente dalle tante verita'. ......verita' difficili ma senza dubbio verita'! la lettura del tuo libro dara' modo a tutti di capire che l'uomo nero non e' per strada ,ma dentro tutti coloro che cercano inutilmente un colpevole logorando una societa' che vuole lavorare con dedizione e professionalita' ...nonostante tutto!
Grazie, però gli anonimi sarebbe meglio che non fossero anonimi, se se puede.
perche non essere anonimi? in fondo e' piu' bello cercare di capire chi possa essere a scriverti.....aiutera' a sviluppare le tue doti di investigatore oltre che di giornalista
perche non essere anonimi? in fondo e' piu' bello cercare di capire chi possa essere a scriverti.....aiutera' a sviluppare le tue doti di investigatore oltre che di giornalista
Ho appena finito di leggere il "libro" (virgolettato per non offendere chi scrive libri veri) Ho visto l'uomo nero e, essendo di Rignano, ho notato subito che ci sono una marea di imprecisioni che, pur trattandosi di piccoli dettagli, fanno capire con quanta superficialità l'autore ha trattato l'argomento. Ne cito alcuni tanto per rendere l'idea.
Pag.11: "Urla, don Henry. Proprio come faceva nella sua Chiesa di Caracas" ma quale chiesa? Se sui dati anagrafici di Don Henry c'è scritto nato a Caracas, ma questo non significa che ci sia anche cresciuto! Per l'esattezza don Henry a Caracas c'è soltanto nato!
Pag.103: Parlando del Consiglio d'istituto convocato dalla Preside Loredana Cascelli, l'autore dice:"Uno di quei consigli d'istituto con i genitori molto eleganti, le maestre annoiate, senza borsa, con la gonna di seta, il registro aperto sulla cattedra, i banchi vicini vicini, le sedie piccole occupate di mattina dai bambini e di pomeriggio, durante i consigli dai genitori" Una descrizione molto dettagliata dell'ambiente che però, purtroppo, non corrisponde alla verità! In realtà il consiglio d'istituto quel giorno non si è svolto a scuola (come disse qualche giornale) ma in una SALA COMUNALE! Come ha fatto Cerasa ha non accorgersene?
Forse era troppo occupato a controllare le marche delle scarpe, dei pullover, dei cellulari, degli occhiali da sole..., o forse semplicemente in quella sala non c'è mai stato!
Pag.122: Parlando del bar dello Sport Cerasa dice:"La maestra si chiama Silvana (Magalotti), al bar lavorano anche i due figli: un ragazzo di quattordici anni e una ragazza di diciassette" Se fosse così la maestra Silvana oltre ad essere indagata per pedofilia, potrebbe anche essere denunciata per sfruttamento del lavoro minorile!!!
In realtà il figlio di Silvana ha quasi quarant'anni.Cerasa dice di aver parlato anche con il figlio della maestra, quindi, o il ragazzo dimostra (sia fisicamente che mentalmente) meno della metà dei suoi anni, o semplicemente Cerasa in quel Bar non c'è mai stato! La cosa strana è che nella stessa pagina l'autore descrive nei minimi particolari la fisionomia e l'abbigliamento di sette ragazzi seduti davanti al bar. li descrive così bene che chi è di Rignano riuscirebbe senza tanti sforzi a riconoscerli! Quindi, forse almeno davanti al bar, magari con la macchina, c'è passato!
Questi sono soltanto alcuni esempi delle imprecisioni presenti del "libro", evito di entrare in quelli strettamente legati alla vicenda degli abusi (io non ci penso nemmeno a scrivere la parola "presunti"!) per le quali alle imprecisioni e diffamazioni penseranno i diretti interessati a prendere i dovuti provvedimenti.
Quello che voglio dire a Claudio Cerasa tramite questo blog è che, a mio avviso, con questo "libro" hai dimostrato solamente la tua immaturità. Sei uno che si ferma alle apparenze (l'importante è fare lo scoop!) e non riesci ad andare in fondo alle cose. Descrivendo il giorno in cui, nello studio dell'Avvocato hai preso visione dei filmati prodotti dai genitori dei bambini abusati, si capisce chiaramente la tua impreparazione giornalistica.
Ti senti importante perchè seduti accanto a te ci sono giornalisti importanti. Ti preoccupi del buco sulla tua camicia, del colore della tua cravatta, della gobba che c'è sul parquet ma non ti sei minimamente sforzato di capire lo stato d'animo delle persone che hanno girato quei filmati!
Vuoi pubblicità, vuoi diventare uno importante, ti sei gonfiato (quasi come lui!) con i complimenti di Ferrara, ti sei servito di due parole RIGNANO FLAMINIO per farti conoscere. Quelle due parole bastavano a far ricadere l'attenzione sul tuo "libro". Quelle due parole bastavano per far parlare di te nei programmi televisivi. Poco importa poi se tu di Rignano Flaminio non ne sai praticamente nulla!
Quello che conta è la "marca".
Caro Cerasa, vuoi un consiglio? Non montarti la testa, prima CRESCI!!!
Una di Rignano
Ho risposto qualche post prima. Grazie all'anonimo. http://cerazade.blogspot.com/2007/09/esce-il-mio-libro.html#comments
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