lunedì 31 marzo 2008

Il Foglio.it "Il grande broglio del tifo e del voto utile"

Se il voto utile funziona come il tifo utile, e se il Partito democratico deve inevitabilmente ispirarsi, per contrapposizione antropologica, a quanto ci sia di più lontano dalle indiavolate bande verticali rossonere del candidato Silvio Berlusconi, dunque all’Inter, Walter Veltroni dovrebbe cominciare a ricordarsi cosa successe cinque anni fa all’Olimpico, e tre giorni fa nello stesso maledetto stadio, con quella squadra che ieri come oggi, affidandosi all’utopia del tifo utile del tifoso laziale, pensava di essere rapidamente eletta “prima squadra d’Italia” secondo probabili ma avventati calcoli statistici. La teoria del tifo utile, così come quella del voto utile, è un gran boiata; e funziona in modo inversamente proporzionale alla probabilità statistica che any given sunday vada in gol un ex giocatore del Palermo che giochi in una qualsiasi squadra che non sia il Palermo. Il tifo utile, cioè tutta la storia delle tifoserie gemellate che condividerebbero le proprie forze contro un nemico comune a costo di sacrificare parte del proprio bottino di classifica, non ha mai funzionato: non ha funzionato il 5 maggio di qualche anno fa, con Ronaldo in lacrime all’Olimpico e con la Lazio che ha inutilmente vinto una partita che tutto l’Olimpico voleva che vincesse l’Inter; non ha funzionato tre giorni fa, quando in Tribuna Monte Mario erano più i tifosi d’alazzieta a essere preoccupati da una possibile futura rimonta della Roma contro l’Inter piuttosto che da una possibile vittoria della Lazio contro il Mancio; non funzionerà neanche in Emilia Romagna e in Toscana, dove il Pd, nelle regioni in cui avrà il petto gonfio di una vittoria certa, consiglierà segretamente di convincere i propri elettori a foraggiare di consenso elettorale anche quel partito, la Sinistra, che potrebbe togliere voti ai diavoletti del Pdl. Non funzionerà, perché dacché mondo è mondo ogni volta che si ragiona con numeri, con voti e con tifo utile, finisce con un Ronaldo che piange in panchina e finisce che il Pd, così come l’Inter, invece che capire che il modo peggiore per fottere un avversario è quello di farlo in coppia, non si renderà mai conto che oggi, semplicemente, si dovrebbe essere sinceri, si dovrebbe dare un’occhiata alle squadre che sono in campo e una volta lette le formazioni si dovrebbe ripetere ad alta voce quello che Nereo Rocco diceva alla fine delle interviste. “Vinca il migliore. Cioè, Speremo de no”.

Claudio Cerasa
31/03/08

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