domenica 30 marzo 2008

Franceschini, Montalbano, Tremonti, Veltroni e Berlusconi, Rutelli e Gasparri

La cosa più bella, leggendo le critiche che arrivano a Veltroni da destra, è che gente come Tremonti, Bondi, Rotondi, Fini e Alemanno sembra proprio che si siano liberati e che, con amore, con dolcezza, con riconoscenza e senza rancore possano finalmente dire a Veltroni tutto quello che pensavano, e che forse pensano, di Berlusconi. E' il solito giochino: ho delle cose da dirti, non è carino che io le dica a te e allora le dico alla prima persona che ti somiglia un po'. Veltroni, dunque. Fateci caso. In molte interviste rilasciate dai giganti del Pdl, si critica Veltroni perché frivolo, perché populista, perché l'Italia non ha bisogno di sogni e perché, proprio così, Veltroni promette solo miracoli. (Ricorda qualcosa "per un nuovo miracolo italiano"?). E' vero. Veltroni promette molti miracoli perché sa perfettamente che il 13 aprile perderà e che quindi giocare al rialzo non costa nulla in fondo. Male che va i miracoli non li manterrà, bene che va i miracoli promessi gli faranno raggiungere il 35, 36 per cento. (E oggi Veltroni conferma quello che mi aveva detto Franceschini: se si perde non si cambia nulla. Il partito e il segretario restano quelli, smentendo Goffredo Bettini che invece aveva fissato un'asticella da raggiungere, il 35 per cento, per riconfermare l'apparato del loft). Ma sentire Tremonti che accusa Veltroni di promettere miracoli mi ricorda molto il commissario Rutelli, curiosamente apparentato politicamente al fratello del commissario Montalbano (Nicola, fratello di Luca), che nel 1993 - me lo ricordo, perché stavo lì - diceva che la destra di Gianfraco Fini fosse "irresponsabile e demagogica" commentando le parole dei principali esponenti di An a Roma per quanto riguarda quello che oggi viene etichettato sotto la definizione "caso Reggiani". "Siamo per un' integrazione degli zingari, quando sono disposti a lavorare e a rispettare le regole. Tutti gli altri andrebbero espulsi da uno Stato vigile e presente. I campi nomadi messi in piedi sono improbabili. Si tratta di soluzioni improvvisate, senza capo né coda, che penalizzano ancora di più una periferia romana umiliata e stanca". Indovinate queste cose chi le diceva ieri, 17 dicembre 1995? A) Francesco Rutelli; B) Walter Veltroni; C) Romano Prodi; D) Maurizio Gasparri.
Proprio così, era Maurizio Gasparri.

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