domenica 17 febbraio 2008

Cose a caso

Cose a caso dai giornali di oggi e di ieri.

Negli ultimi quindici anni la spesa pubblica italiana è stata in media del 50 per cento del prodotto interno lordo. Il sindaco Moratti dice che è una cazzata l’equazione Malpensa=Alitalia e che non è corretto dire che, visto che Alitalia ha solo diciassette tratte intercontinentali da Malpensa, Malpensa non è competitiva sulle tratte intercontinentali, che in tutto sarebbero 77, invece. Walter Veltroni non ha ancora parlato di cosa vuole fare con Malpensa. I mille euro al mese che Veltroni vuole garantire ai precari e ai lavoratori che guadagnano meno, vanno moltiplicati per il numero di lavoratori che in Italia guadagnano, in quelle condizioni, meno di mille euro: circa un milione. Nel 1995, scrive il Riformista, Berlusconi aveva offerto a Di Pietro il ministero dell’Interno (io però non ci credo). Woody Allen, scrive Crippa sul Foglio, diceva che “La vita, a volte, vive di vita propria”.

Il Kosovo diventerà indipendente senza che nessuno lo abbia detto davvero. D’Alema ha detto che il Pdl è come un’arca di Noè. Casini, in vista della sua trionfale campagna elettorale, ha ideato uno slogan tutto nuovo: “La serietà al governo”. Fini ha detto che i valori di Fiuggi sono gli stessi che ha il Ppe. Bossi dice che la scelta di Casini, di non correre con il Pdl, può creare problemi seri al Pdl. Perché i conti non si fanno con numeri alla mano, ma si fanno con i numeri che verranno. L’Udc però alle ultime elezioni ha preso il 6,7 per cento. In Sicilia Anna Finocchiaro non correrà da sola, e non correrà da solo neanche Rutelli che domani mattina si candiderà a sindaco di Roma. La liquidazione del numero uno dell’Eni, Paolo Scaroni, è di 8 milioni di euro. Quella di Fulvio Conti, numero uno di Enel, è di 4,2 milioni di euro. Il tetto dei 289.984 mila euro annui di stipendi per i dipendenti pubblici non vale per le 25 società partecipate dallo stato. Mucchetti, sul Corriere, dice che è una follia il tetto: perché, in questo modo, un bravo manager che guadagna 500 mila euro sarà sostituito da dieci pippe che ne guadagnano la metà. La Stampa ha dedicato il secondo articolo in tre mesi sugli Autogrill. La posta di Massimo Gramellini, sulla Stampa di domenica, è semplicemente magnifica.

1 commento:

Anonimo ha detto...

giovedì 3 aprile 2008
Su Malpensa e sul “sistema paese”


Il caso Malpensa è l’esempio chiarissimo su come funzioni il concetto di “sviluppo economico” e “sistema paese” in italia.
Lo scalo lombardo è stato deliberatamente sabotato da Roma capitale fin dalla sua attivazione.
Ricorderete le continue notizie, per lo più ingigantite, sugli incidenti e furti ai bagagli per scoraggiare i viaggiatori. Come se a Fiumicino queste cose non avvenissero. Negati i finanziamenti per i collegamenti stradali e ferroviari veloci con il Piemonte e perfino con Milano.

Se Malpensa avesse ricevuto UN MILLESIMO delle risorse destinate dallo stato per le finte grandi opere del Sud come nella piana di Gioia Tauro, stabilimenti Fiat vari, leggi per Roma Capitale, cassa per il Mezzogiorno, Giubileo e via elencando, sarebbe divenuto il più efficiente aeroporto d’Europa a livello degli scali giapponesi. Per non dimenticare il colossale costo della cosiddetta “lotta alla mafia”, una messa in scena criminosa per celare che a 150 dall’unità “nazionale” il Mezzogiorno non è stato ancora integrato.

Usuale la tattica.
Prima il tricolore ha sabotato ogni opera pubblica a cominciare dalla TAV per collegare Malpensa con il resto della Padania, ostacolando in ogni modo il Corridoio 5. Poi ha fatto enunciare dai suoi STRISCIANTI CAMERIERI come Beppe Grillo che lo scalo è una “cattedrale nel deserto” poiché privo di infrastrutture di collegamento.
L’Alitalia è l’unica compagnia aerea che perde sull’hub lombardo, quindi il problema è la compagnia di bandiera-zombie dello stato-zombie, non l’aeroporto della brughiera.

La verità è singolarmente banale; Roma Capitale non ha voluto che la Padania avesse il suo aeroporto per timore forse che ciò portasse a una qualche forma di secessione.
Ah, SECESSIONE, il vocabolo più temuto lungo le sponde del Tevere. Lo stesso motivo per cui l’Urbe supporta e incoraggia le opposizioni “locali” ad ogni velocizzazione del trasporto passeggeri e merci dalla Padania verso l’Europa.
La questione degli slot è paradossalmente indicativa su cosa si intenda per “liberalizzazioni” in questo paese.
Nello stato in cui non si riescono a espellere neanche i clandestini riottosi si vorrebbe OBBLIGARE, bloccando gli slot a Malpensa, i cittadini del Settentrione ad andare a Roma usando le peggiori ferrovie e le più care autostrade d’Europa. A dispetto di ogni logica di mercato, regolamento europeo, uso del buon senso sulla gestione delle rotte aeree; a dispetto del fatto che Il 70% di tutto il traffico aereo passeggeri ed una percentuale perfino maggiore del traffico merci sia richiesta nel Settentrione. L’unico stato al mondo che vuole ubicare l’hub lontano dalle zone a maggiore richiesta di trasporto via cielo.

L’ Alitalia è la compagnia di bandiera comunale di Roma, preferisce spostare i passeggeri piuttosto che i dipendenti che sono per l’80% ROMANI e probabilmente per il 95% entrati in compagnia dietro raccomandazione come costume diffuso nella “capitale”.
La casta vorrebbe costringere merci e passeggeri ad andare a Fiumicino, nell’aeroporto che qualche anno fa fu giudicato il peggiore d’Europa dopo Atene. Addirittura limitando PER LEGGE non PER MERCATO i voli internazionali dagli aeroporti minori. La nuova legge sul trasporto aereo promossa dal governo Prodi è stata definita testualmente “ridicola” da un portavoce di Ryanair.

Roma capitale vaneggia di “statalismo” e “assistenzialismo” per Malpensa. Non considerati invece “assistenzialismo” i MILIARDI DI EURO REGALATI all’acquedotto pugliese, per il salvataggio del Banco di Napoli e Banca 121, Sicilcassa, e MOLTISSIMI altri casi. E che dire dei 250 milioni di euro recentemente erogati, A FONDO PERDUTO, dall’esecutivo unionista per il SOLO stabilimento Fiat di Termini Imerese in Siclia. Dopo che l’azienda “torinese” aveva stabilito di chiuderlo assieme ad Arese.
A chiudere è stato solo Milano, come al solito.

Prendersela solo con Roma è troppo comodo, tuttavia.
La decadenza di Malpensa è anche colpa dell’ottusa mentalità lombarda che antepone le autostrade alle ferrovie, gli interessi privati ai servizi pubblici.
Quello che i leghisti, in particolare, non capiscono è che in tutto il mondo chi deve prendere l’aereo PREFERISCE raggiungere l’aeroporto sui MEZZI PUBBLICI a non dovere scomodare amici e parenti per farsi dare uno “strappo”. Oppure lasciare l’automobile abbandonata nei parcheggi aeroportuali a rischio intemperie, danneggiamento o furto anche nelle strutture a pagamento, teoricamente sorvegliate.

Malpensa doveva e dovrebbe esere ben collegata SOLO dalle ferrovie e metropolitane. Il Malpensa Express dovrebbe partire anche da Torino, Genova, Bologna, Verona su binari TAV. Sicchè la gente non vuole partire da case 12 ore prima per andare a prendere un volo, scontate le attese tecniche del checkin e altro.
E con BIGLIETTI RIDOTTI. Come succede per le vergognose “promozioni” che i fanatici di Trenitalia smerciano per andare a Roma a o nel Meridione o sulla TAV Roma-Napoli.
Ci vuole così tanto a capirlo?
Evidentemente sì.

Il sistema aeroportuale lombardo sconta la stupidità dei polentoni che per anni non hanno capito che fino dall’inizio il progetto di Roma capitale era QUELLO DI FARE FALLIRE l’hub.
Adesso è troppo tardi. E’ troppo tardi per tutto.
Per Malpensa e per l’Alitalia. In verità per tutta l’italia terminale destinata ad divenire una penisola desolata, un simulacro di stato sviluppato, all’oblio della storia con la esse maiuscola.
L’approdo finale del “sistema paese” discende dal cielo verso l'inferno del terzo mondo.

F. Maurizio Blondet