mercoledì 19 settembre 2007

Esce il mio libro

Esce il 21 settembre, ma già si trova in giro. E' un po' un'inchiesta, un po' un racconto, un po' un saggio e un po' un romanzo; si parla di Rignano Flaminio. Il libro costa 14 euro, l'editore è Castelvecchi, sono circa 170 pagine. Questa è la copertina, questa la copertina con il mio profilo e la quarta di copertina. Il libro si chiama "Ho visto l'uomo nero".

11 commenti:

Anonimo ha detto...

Ok io l'ho compro perchè tu sei in gamba e mi piace ciò che scrivi..ma voglio anche l'autografo!
Anonima ammiratrice

Claudio Cerasa ha detto...

Lo avrai, naturalmente

Demonio Pellegrino ha detto...

Anche io che sono un uomo avro' l'autografo quando lo compro (perche' lo compro di sicuro)?

Claudio Cerasa ha detto...

Claro

Anonimo ha detto...

Mi piacerebbe tanto sapere come hai fatto a pubblicare questo libro che c'è ancora un'inchiesta in corso. Ma forse anche te fai parte di quel popolo di raccomandati che ha le spalle coperte... Complimenti, farsi pubblicità a discapito delle famiglie dei bambini abusati... Non so se hai figli, ma spero che non ti parlino mai "dell'uomo nero"...

Valeriano ha detto...

Caro Cerasa, ho terminato "l'uomo nero" con una lettura senza soste.
Da neopensionato, mi sono trasferito da qualche mese a Rignano, senza aver prima, se non distrattamente, seguito il caso dei presunti pedofili.
Ora, non essendovi qui altro da fare, osservo con attenzione la vita e gli abitanti del paese, giungendo a qualche mia valutazione.
Hai scritto un bel libro, interessante anche per un lettore sofistico e scafato come me.
I maggiori pregi:
- l'evidente impegno nel documentarti, andare oltre l'apparenza dei presunti fatti, scavare nei caratteri e nei comportamenti;
- la scrittura rapsodica, che cattura chi legge nonostante la scabrosità e la repulsione che suscita l'argomento;
- l'intelligente scelta di arrivare gradualmente, con passi accorti, alla dimostrazione: dell'inadeguatezza e parzialità (uso eufemismi) delle indagini; del clima morboso e di suggestione reciproca creatosi fra i genitori; del ruolo cannibalistico dei mass media; della spregiudicatezza e della fame di protagonismo dei vari esperti e delle associazioni che sono nate e prosperano sfruttando l'orrore della pubblica opinione rispetto a un fenomeno oscuro e terrorizzante qual è la pedofilia.
Non ti nasconderò però una mia impressione finale: in quanto hai scritto manca qualcosa, e non un qualcosa di secondario.
Essendo appunto un'impressione, non mi è facile spiegarla ma ci provo, partendo da un esempio: è come se, terminata la lettura, mi fosse sembrato di aver assistito a teatro alla rappresentazione di un bel testo, con buoni attori e ottima regia, ma svolta su un palcoscenico completamente vuoto.
Riconosco che per te era quasi impossibile costruire lo scenario. Perché il tuo scopo era scrivere, in tempi stretti, di un'indagine giornalistica e non un palloso testo socioeconomico; perché non hai potuto approfondire la tua conoscenza della realtà rignanese in quanto immediatamente riconoscibile come giornalista; perché la tua età e le tue esperienze non ti consentono di avere una conoscenza approfondita del percorso compiuto dall'Italia contadina, o meglio dalle diverse italie rurali, dalla fine dell'ottocento ai nostri giorni; perché non avresti potuto, allargando lo spettro degli argomenti affrontati, e annacquando il racconto dei fatti dell'uomo nero, ottenere una costante attenzione dei lettori.
Detto questo, restano senza risposta molte cose.
- Perché Rignano (ma poteva essere uno dei tanti paesi dell'hinterland romano, che affondano le loro radici nell'agricoltura a conduzione diretta e si sono impetuosamente sviluppati con un’edilizia residenziale basata sul pendolarismo) e non Cupramontana, Ficulle, Roselle di Grosseto, Brisighella, o un altro paese dell’Italia centrale già mezzadrile?
- Come è potuto accadere che Rignano sia passato da una situazione di sottosviluppo a un benessere diffuso e ostentato, senza una contestuale, anche minima, maturazione culturale?
- Perché a Rignano, sempre inteso come prototipo dei paesi sopra indicati fra parentesi, i ragazzi hanno i motorini e le moto più costose, le ragazzine vestono firmate, le auto ultimo modello si sprecano ma i computer sono rarissimi, internet una cosa misteriosa e non c'è una libreria?
- Quali rapporti, o non rapporti, esistono fra i rignanesi (che si sono arricchiti quando i loro pezzi di terra sono diventati aree fabbricabili, e si sono arroccati nelle ville che tu ben descrivi, difese da cani di razza grossi e ringhiosi, lasciando nel paese solo gli anziani) e i nuovi arrivati (pendolari che partono prima delle sei per Roma, e che rientrano dopo più di 12 ore, mentre le loro famiglie vivono nell'isolamento)? Poi ci sono le due più numerose colonie di stranieri, la rumena e l'albanese (che lavorano, male, nell'edilizia), ghettizzate e autoghettizzatesi, separate anche fra loro.
E così via, tante domande e nessuna risposta.
Però se non si risponde a queste domande (ma ripeto che tu non dovevi né potevi farlo) quanto ben descrivi resterà un fenomeno inspiegabile e misterioso, avulso da ogni contesto e destinato a diventare una leggenda nera, nata non si sa perché. Valeriano Giorgi - Rignano Flaminio

Claudio Cerasa ha detto...

Per l'anonimo. Ho scritto un libro, spero che tu possa leggerlo, riportando gli atti, le notizie e quello che è successo. Senza opinioni e senza commenti; non certo per “farmi pubblicità a discapito delle famiglie dei bambini”. Ho raccontato il modo psicotico con cui è stato costruito un mostro mediatico. E soprattutto ho cercato di spiegare perché, sia che sia successo qualcosa sia che non sia successo nulla, in nessun caso al mondo non può non essere garantita la presunzione di innocenza. Si chiama garantismo, non si chiama innocentismo. Non emetto sentenze, riporto le voci delle madri, dei giornalisti, degli avvocati, degli psicologi e delle maestre. Leggilo, poi dimmi se vuoi se è come pensi.

Valeriano ha detto...

Caro Cerasa, se può interessarti, a Rignano il tuo libro è in vetta a ogni hit parade di vendite (si trova nella cartoleria vicino alla ludoteca, da me preavvisata già dal giorno dell'uscita sul foglio del primo capitolo).
In due giorni ha venduto tutte le 20 copie ordinate, e gliene chiedono ancora.
Bene, hai certo battuto ogni record! Sei al livello del Corriere... dello Sport.
Un sincero saluto.

Claudio Cerasa ha detto...

Spero che, più che battere la concorrenza del Corriere dello sport, possa essere utile per fare un po' di chiarezza.

Anonimo ha detto...

Ho appena finito di leggere il "libro" (virgolettato per non offendere chi scrive libri veri) Ho visto l'uomo nero e, essendo di Rignano, ho notato subito che ci sono una marea di imprecisioni che, pur trattandosi di piccoli dettagli, fanno capire con quanta superficialità l'autore ha trattato l'argomento. Ne cito alcuni tanto per rendere l'idea.
Pag.11: "Urla, don Henry. Proprio come faceva nella sua Chiesa di Caracas" ma quale chiesa? Se sui dati anagrafici di Don Henry c'è scritto nato a Caracas, ma questo non significa che ci sia anche cresciuto! Per l'esattezza don Henry a Caracas c'è soltanto nato!
Pag.103: Parlando del Consiglio d'istituto convocato dalla Preside Loredana Cascelli, l'autore dice:d"Uno di quei consigli d'istituto con i genitori molto eleganti, le maestre annoiate, senza borsa, con la gonna di seta, il registro aperto sulla cattedra, i banchi vicini vicini, le sedie piccole occupate di mattina dai bambini e di pomeriggio, durante i consigli dai genitori" Una descrizione molto dettagliata dell'ambiente che però, purtroppo, non corrisponde alla verità! In realtà il consiglio d'istituto quel giorno non si è svolto a scuola (come disse qualche giornale) ma in una SALA COMUNALE! Come ha fatto Cerasa ha non accorgersene?
Forse era troppo occupato a controllare le marche delle scarpe, dei pullover, dei cellulari, degli occhiali da sole..., o forse semplicemente in quella sala non c'è mai stato!
Pag.122: Parlando del bar dello Sport Cerasa dice:"La maestra si chiama Silvana (Magalotti), al bar lavorano anche i due figli: un ragazzo di quattordici anni e una ragazza di diciassette" Se fosse così la maestra Silvana oltre ad essere indagata per pedofilia, potrebbe anche essere denunciata per sfruttamento del lavoro minorile!!!
In realtà il figlio di Silvana ha quasi quarant'anni.Cerasa dice di aver parlato anche con il figlio della maestra, quindi, o il ragazzo dimostra (sia fisicamente che mentalmente) meno della metà dei suoi anni, o semplicemente Cerasa in quel Bar non c'è mai stato! La cosa strana è che nella stessa pagina l'autore descrive nei minimi particolari la fisionomia e l'abbigliamento di sette ragazzi seduti davanti al bar. li descrive così bene che chi è di Rignano riuscirebbe senza tanti sforzi a riconoscerli! Quindi, forse almeno davanti al bar, magari con la macchina, c'è passato!
Questi sono soltanto alcuni esempi delle imprecisioni presenti del "libro", evito di entrare in quelli strettamente legati alla vicenda degli abusi (io non ci penso nemmeno a scrivere la parola "presunti"!) per le quali alle imprecisioni e diffamazioni penseranno i diretti interessati a prendere i dovuti provvedimenti.

Quello che voglio dire a Claudio Cerasa tramite questo blog è che, a mio avviso, con questo "libro" hai dimostrato solamente la tua immaturità. Sei uno che si ferma alle apparenze (l'importante è fare lo scoop!) e non riesci ad andare in fondo alle cose. Descrivendo il giorno in cui, nello studio dell'Avvocato hai preso visione dei filmati prodotti dai genitori dei bambini abusati, si capisce chiaramente la tua impreparazione giornalistica.
Ti senti importante perchè seduti accanto a te ci sono giornalisti importanti. Ti preoccupi del buco sulla tua camicia, del colore della tua cravatta, della gobba che c'è sul parquet ma non ti sei minimamente sforzato di capire lo stato d'animo delle persone che hanno girato quei filmati!

Vuoi pubblicità, vuoi diventare uno importante, ti sei gonfiato (quasi come lui!) con i complimenti di Ferrara, ti sei servito di due parole RIGNANO FLAMINIO per farti conoscere. Quelle due parole bastavano a far ricadere l'attenzione sul tuo "libro". Quelle due parole bastavano per far parlare di te nei programmi televisivi. Poco importa poi se tu di Rignano Flaminio non ne sai praticamente nulla!
Quello che conta è la "marca".

Caro Cerasa, vuoi un consiglio? Non montarti la testa, prima CRESCI!!!
Una di Rignano

Claudio Cerasa ha detto...

Grazie per le segnalazioni e grazie del commento. Se ho commesso qualche errore descrittivo naturalmente correggerò. L'anonimo di Rignano ha scritto un paio di comprensibili cattiverie (anche se un po' gratuite, ma vabbé); però mi limito semplicemente a ripondere dicendo, e ricordando, che la parola "presunti" io non ci penso nemmeno un attimo a dimenticarla. E se per fare lo "scoop" intendi raccontare quello che è successo a Rignano Flaminio, tenendo conto degli atti, delle notizie e di quello che ho letto, di quello che ho visto e di quello che mi hanno raccontato, ben venga lo scoop; ma sarebbe un po' preoccupante parlare di scoop solo per aver raccontato i fatti. Tutto il resto sono tue opinioni: che, ci mancherebbe, rispetto ma naturalmente non condivido.