martedì 28 novembre 2006

Senza firme

La cosa è un po' strana. Da una settimana, a causa del Cdr, scioperi, problemi, sindacato, proteste etc etc, Repubblica e Corriere della Sera avevano eliminato le firme dai propri articoli. Tutti. Editoriali, commenti, articoli, rubrics.

A parte i collaboratori esterni (ma solo qualcuno), i due più importanti giornali italiani uscivano con articoli anonimi. Ed è strano, fa impressione, è un problema. Repubblica con le firme e il Corriere con le firme, a volte, viene anche voglia di leggerli. Ma dato che le notizie che si trovano su Rep., sul Corr. sulla Stampa sono le stesse che si trovano su Google, ovvio che gli articoli su Rep e sul Corr si leggono solo per le firme. Si dice: hai letto Scalfari? Hai letto Battista? Hai letto Mauro? Hai letto Romano? Hai letto Sarzanini? Hai letto D'Avanzo? Non si dice, hai visto quella roba su Repubblica.

Ovvio che un giornalista che mette la sua firma ci mette pure un po' di impegno in più. Cor e Rep fidelizzano molto il lettore, così. Ovvio che un giornale senza firme perde qualità. Ovvio, invece, che un giornale che le firme non le mette quasi mai è costretto ad alzare la qualità dei suoi articoli. Ma non pensavo che Repubblica e Corriere senza firme e con articoli spiattellati lì come se fossero agenzie (tanto che mi frega mica è mio l'articolo, è del giornale) fossero ancora più illegibili (a parte Antonello Caporale) del solito. Cosa che invece non succede quando un giornale è (quasi sempre) senza firme, ti abitui a scrivere bene (quasi sempre) perché conta il giornale, non conta la tua firma. Cioè. Non pensavo che Rep e Corr facessero davvero cagare così tanto.

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