La vera censura. Il libro sugli orchi di Rignano sequestrato e l’indifferenza dei libertari
Sequestrare un libro è una cosa seria. E’ una vera censura, non una sceneggiata martirologica di quelle in voga. Il libro censurato di Claudio Cerasa, del Foglio, ha questo titolo: “Ho visto l’uomo nero”. E’ la corretta parafrasi delle deposizioni che, al culmine di una specie di ballo inquisitorio impazzito, sono state attribuite ad alcuni bambini di Rignano, il paesello alle porte di Roma dove un’ondata di arresti, poi tutti cassati dalla magistratura, aveva colpito vite, libertà personale e onore di un certo numero di presunti pedofili. L’uomo nero è scomparso dall’orizzonte probatorio, che era fragile e supremamente ambiguo come hanno sostenuto Carlo Bonini e altri eccellenti cronisti, ma il libro di Cerasa in cui queste cose furono anticipate e analizzate con equilibrio è scomparso nella follia oscurantista della più odiosa delle violazioni del diritto di cronaca: è stato rubato al pubblico. Ieri il Ris, cioè la sezione scientifica dei carabinieri, ha documentato a chiare lettere che la visione dell’uomo nero era una suggestione non provata da alcun riscontro, nata nello strano circuito famiglia-psicologi, perché non c’è uno straccio di indizio materiale che i bambini divenuti testimoni abbiano realmente frequentato i luoghi incriminati dove l’uomo nero, quello che nella loro febbrile deposizione abitava nei “castelli cattivi”, avrebbe esercitato le sue orcaggini. Sul modo di trasformare un bambino in testimone, che può essere corretto oppure espressione della più bieca sebbene inconsapevole inclinazione alla caccia alle streghe, il nostro cronista aveva lavorato con scrupolo, pieno di dubbi, cercando e ricercando i dati materiali dell’inchiesta con delicatezza e rispetto della privacy violata, casomai, dall’inquisitore diffuso che a Rignano aveva individuato il sabba delle orchesse. Ma non c’è stato niente da fare.
Tuttavia si poteva sperare che in un soprassalto di serietà e responsabilità il sequestro sarebbe stato criticato vivacemente, e che il sindacato dei giornalisti si fosse attivato in modo massiccio a difesa della libertà del mestiere, specie in un caso così delicato. Invece poca roba, e di straforo. Il silenzio si addice evidentemente alla soppressione delle vere denunce, all’esercizio autentico della libertà di capire, di scrivere, di dire quel che si è capito in una situazione sghemba come quella dell’infausto processo di Rignano. La prossima volta Cerasa giocherà con la cacca, che quanto a censura è attività più redditizia.
Cerazade ha cambiato indirizzo, e ora è qui
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8 commenti:
Non ho parole.
Neanche io.
Diimenticavo - il vero scandalo - come ti avevo gia' commentato in passato - e' il silienzio dell'ordine dei giornalisti. Fossi in te smetterei di pagare la quota annuale. A che servono?
Glielo chiederò.
Che indecenza.
Non è che potresti inviarmi (per sbaglio)una copia del libro in PDF? Te la pago in contanti, ovviamente.
Dovresti trovarla ancora in giro, in qualche Feltrinelli.
Che schifo! La cosa più sconcertante è che tutto ciò sia avvenuto nel più completo silenzio e che nessuno degli organi competenti abbia preso una posizione in merito.
Se l'editore creasse una copia digitale e lo mettesse in rete gratuitamente...tanti saluti censura! Io, come sai, ce l'ho ma questo libro non può morire in un magazzino editoriale.
Sì, sì. I know. Ma vedremo che fare, sono piuttosto ottimista.
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