Esiste un termine inglese – drop the investigation – che con felice scelta linguistica fotografa il fair-play cui dovrebbe essere improntato il rito accusatorio. All´esito dell´istruttoria o durante il suo svolgimento, se il processo appare un´irragionevole avventura, la pubblica accusa lascia "cadere l´indagine". Per il rispetto della dignità degli indagati e delle parti offese, per consentire di cercare "altrove" e più efficacemente le responsabilità che ne possano risarcire il danno. O, se si preferisce, e meno prosaicamente, per ottemperare a criteri di efficienza che dovrebbero muovere una ragionevole amministrazione della Giustizia.
Con il deposito delle conclusioni del Ris di Messina, gli uffici giudiziari di Tivoli potrebbero e dovrebbero ragionevolmente concludere che non resta alternativa se non quella di "lasciar cadere l´indagine". In sette mesi, l´istruttoria è stata censurata da due diversi collegi giudicanti (il tribunale del Riesame in maggio, la Cassazione in settembre), svuotata da ogni possibile indizio che consenta di collocare i bimbi che si vogliono vittime degli abusi nei luoghi (le abitazioni) o anche soltanto accanto agli oggetti (i peluche) nella disponibilità dei sette indagati.
Ma questo non accadrà. Al venir meno delle prove, si è allungata la fila dei genitori che vogliono i propri figli abusati (si preparano 16 nuove testimonianze). Il motivo è nel peccato di origine che il caso di Rignano sconta e continuerà a scontare. L´affare doveva essere occasione di una ricerca della verità (chi ha fatto che cosa, quando, dove, perché) rigorosa e laica. E´ stato, sin dall´inizio, inefficiente spettacolo giudiziario, specchio di una irragionevole e oscurantista battaglia ideologica tra un fantomatico "partito dell´infanzia" ("i bambini non inventano storie") e un´altrettanto fantomatica organizzazione pedofila intenta nell´occultamento dei crimini e delle loro responsabilità (nell´assoluto silenzio, ne ha fatto le spese persino un libro, "Ho visto l´uomo nero" di Claudio Cerasa, sequestrato per ordine del Tribunale Civile di Roma). E´ stato, né più e né meno, che una proiezione dell´inadeguatezza degli adulti nell´ascoltare e capire cosa dicono o provano a dirci i bambini. Gli adulti ne hanno tratto e ne continueranno a trarre grande visibilità. I bambini ne resteranno le vittime.
Cerazade ha cambiato indirizzo, e ora è qui
venerdì 14 dicembre 2007
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3 commenti:
Salve Cerasa, volevo dirti che tra ieri e oggi mi sono letto il tuo libro, che avevo comprato prima che lo rendessero illegale.
Mi sentiva un carbonaro nel leggerlo. E riflettevo su come sia possibile in Italia entrare in qualsiasi libreria e comprare una copia del Mein Keimpf su Hitler, mentre non si possa piu' leggere il tuo libro. Mah.
Domani ci scrivero' un post, spero, pero' volevo innanzitutto farti i complimenti. Il libro l'ho davvero letto tutto di un fiato. E l'ho trovato allucinante. Allucinante la perizia dell'esperta a proposito del bambino che si tappa le orecchie e soffia forte. Allucinante nella descrizione dei video. Allucinante nella famiglia che ti porta in casa loro per parlarti del pizzo e tutto il resto. Ecco, credo che sia questa la parola giusta: allucinante.
Mi spiace davvero che tu subisca un sequestro di cui veramente non capisco le ragioni. Dal momento, soprattutto, che le madri stesse se ne vanno tranquillamente a farsi fotografare per Oggi: dove sarebbero i problemi di privacy?
Mah.
Grazie. Per quanto riguarda i problemi di privacy credo sia giusto risponderti con quello che sostengono gli avvocati dei genitori che hanno chiesto (e per il momento ottenuto) il sequestro cautelativo del libro. " * "Il libro ripercorre la vicenda in modo fazioso ed offensivo - dicono gli avvocati delle famiglie degli scolari - riporta i nomi dei genitori dei bambini. Si tratta di un comportamento inammissibile che viola i diritti dei minori".
Secondo me basta questo per capire che succede. Se poi si parla di privacy il discorso è che non esiste una norma che dica: non puoi scrivere il nome di battesimo dei genitori e l'iniziale del nome dei bambini perché sennò i bambini sono riconoscibili. La legge sulla privacy parla di generalità e io so che se vado dai carabinieri e loro mi chiedono le generalità e gli dico il mio nome di battesimo loro mi chiederebbero, sì: e poi? Detto questo io, lo ripeto, trovo assurdo che se un genitore va in tv con il suo nome e il suo cognome che appaiono a Porta a Porta in diretta poi chieda il sequestro (e lo ottenga) perché io scrivo il suo nome senza cognome. Ma vedremo.
Beh, ti auguro di risolvere al piuù presto.
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