mercoledì 19 marzo 2008

Il pm e la sociologia

"Soggetto socialmente pericoloso”, dice il pm relativamente al caso del pirata di Roma. Ma non è che questo "socialmente" è riferito, più che alle due donne uccise, al video del pazzo su Youtube? Da quando, poi, i pm fanno i sociologi?

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Da quando non sanno più fare il proprio mestiere, o non sanno più in che cosa consista,direi.

Anonimo ha detto...

a cla', domani voglio un pezzo garantista sul pirata della strada, in carcere prima del processo (ergo innocente) per un reato colposo e per di più sottoposto alla gogna mediatica.
a fa' i giustizialisti col culo degli altri so' capaci tutti...

as

antonio ha detto...

guidava con 4 volte il tasso alcolico consentito, anche a sforzarsi c'e' poco da fare i garantisti; fosse per me la pena di morte ci vorrebbe per sta gente

Anonimo ha detto...

Il filosofo Severino,citando Beccaria,una volta ha detto che la pena di morte avrebbe la sua massima efficacia se applicata a reati o illeciti di modesta entità.Non v'è dubbio alcuno che la piaga della sosta vietata,delle aiuole pubbliche devastate,o quella del parcheggio in doppia fila,seguendo il consiglio del filosofo verrebbe finalmente debellata.Noi italiani abbiamo il brutto vizio di evocare la pena di morte per contrastare la piccola entropia della vita quotidiana.Il caso dell'investitore non si discosta da questa pessima abitudine,anzi vi ricade in pieno,poiché l'espiazione che sembriamo richiedere al guidatore è così sproporzionata alla colpa da apparire mirata ad uno sciacquone collettivo delle italiche coscienze.Poi,caro Antonio,ci sarebbe il problema dei diritti costituzionali,che dovrebbero assicurare il diritto ad un giusto processo prima della condanna e della gogna,buffo che una società che vorrebbe tutti i diritti per tutti si dimentichi questi diritti particolari.
Fossi in te, Claudio, istituirei una sezione apposita del blog per monitorare il fenomeno.

Claudio Cerasa ha detto...

Ottima idea Eletrio.

antonio ha detto...

ovviamente non hai colto il pezzo serio del mio commento e ti sei concentrato sul discorso della pena di morte.

Claudio Cerasa ha detto...

L'equivoco temo sia questo, Antonio: garantisti non significa sforzarsi in tutti i modi di garantire l'innocenza di qualcuno. Significa, invece, dare la possibilità che anche a un serial killer siano consentite le tutele minime che dovrebbero essere, appunto, garantite a una persona che ha diritto, sì, a essere indagata, processata e incarcerata. Ma questo deve avvenire senza che gli venga preventivamente fatto uno sciacquettio inutile di inchiostri tintinnanti; possibilmente evitando che quella stessa persona venga processata con le didascalie, e non con un processo.