Cerazade ha cambiato indirizzo, e ora è qui
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In teoria sarebbe qualcosa che ha a che fare con le mille e una notte, Sherazade era la tipa che era obbligata dal sultano a raccontare storie, storie, storie. Un po' di storie, un po' di spunti, un po' di follie, un po' di sport, un po' di politica, un po' di curiosità, un po' di paranoie, un po' di quello che mi va.
7 commenti:
Da quando non sanno più fare il proprio mestiere, o non sanno più in che cosa consista,direi.
a cla', domani voglio un pezzo garantista sul pirata della strada, in carcere prima del processo (ergo innocente) per un reato colposo e per di più sottoposto alla gogna mediatica.
a fa' i giustizialisti col culo degli altri so' capaci tutti...
as
guidava con 4 volte il tasso alcolico consentito, anche a sforzarsi c'e' poco da fare i garantisti; fosse per me la pena di morte ci vorrebbe per sta gente
Il filosofo Severino,citando Beccaria,una volta ha detto che la pena di morte avrebbe la sua massima efficacia se applicata a reati o illeciti di modesta entità.Non v'è dubbio alcuno che la piaga della sosta vietata,delle aiuole pubbliche devastate,o quella del parcheggio in doppia fila,seguendo il consiglio del filosofo verrebbe finalmente debellata.Noi italiani abbiamo il brutto vizio di evocare la pena di morte per contrastare la piccola entropia della vita quotidiana.Il caso dell'investitore non si discosta da questa pessima abitudine,anzi vi ricade in pieno,poiché l'espiazione che sembriamo richiedere al guidatore è così sproporzionata alla colpa da apparire mirata ad uno sciacquone collettivo delle italiche coscienze.Poi,caro Antonio,ci sarebbe il problema dei diritti costituzionali,che dovrebbero assicurare il diritto ad un giusto processo prima della condanna e della gogna,buffo che una società che vorrebbe tutti i diritti per tutti si dimentichi questi diritti particolari.
Fossi in te, Claudio, istituirei una sezione apposita del blog per monitorare il fenomeno.
Ottima idea Eletrio.
ovviamente non hai colto il pezzo serio del mio commento e ti sei concentrato sul discorso della pena di morte.
L'equivoco temo sia questo, Antonio: garantisti non significa sforzarsi in tutti i modi di garantire l'innocenza di qualcuno. Significa, invece, dare la possibilità che anche a un serial killer siano consentite le tutele minime che dovrebbero essere, appunto, garantite a una persona che ha diritto, sì, a essere indagata, processata e incarcerata. Ma questo deve avvenire senza che gli venga preventivamente fatto uno sciacquettio inutile di inchiostri tintinnanti; possibilmente evitando che quella stessa persona venga processata con le didascalie, e non con un processo.
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