8/1/2010 - |
D'Alema e Alemanno biografie parallele |
MARCELLO SORGI |
I due protagonisti, avversari nella vita politica di tutti i giorni, hanno in comune alcuni aspetti delle loro (diversissime) biografie: rappresentano, nei loro partiti, due figure fortemente identitarie, la «destra sociale» Alemanno e i post-comunisti D’Alema. Nei Palazzi che occupano o hanno occupato (il Campidoglio e Palazzo Chigi), sono arrivati a sorpresa: Alemanno non era affatto dato per vincente nella primavera del 2008, quando Rutelli tentò per la terza volta di tornare a fare il sindaco di Roma. E D'Alema fu addirittura accusato di aver ordito un complotto, per scalzare Prodi e arrivare alla presidenza del consiglio sulla base di un nuovo ribaltone e senza un passaggio elettorale. Forse dipende anche da questo - dalla necessità, cioè, di stabilizzarsi, dopo le tumultuose arrampicate che li hanno portati in sella - l’uso di regole o di tecniche di potere abbastanza simili. Prima di tutto, l’occupazione di territori inesplorati o abbandonati dai loro predecessori: per Alemanno, la periferia e le borgate una volta polmoni di consenso della sinistra, poi abbandonate in omaggio alla politica di Veltroni fatta di eventi (Festa del cinema, Notti bianche) e ambientata, per forza di cose, sullo scenario spettacolare del centro della Capitale. Quanto a D’Alema, la famosa visita a Cologno Monzese nella sede storica di Canale 5, quando il futuro primo premier post-comunista riconobbe che la tv commerciale era una delle maggiori industrie culturali del Paese. Seconda regola, l’uso di «issues» e tematiche inusuali o eretiche rispetto alle proprie culture di provenienza: per Alemanno il «sociale» spinto fino ai limiti del corteggiamento dell’elettorato sottoproletario più tradizionalmente vicino alla sinistra radicale. E per D’Alema la tecnocrazia, frequentata in tutte le sue espressioni pubbliche e private, dai manager privati agli alti gradi delle forze armate, con l’aggiunta di un distacco polemico e progressivo dai sindacati. Infine, terza e regina delle regole, il trasversalismo: per Alemanno l’apertura ai dalemiani, nemici dichiarati di Veltroni nel Pd, e per D’Alema il braccio teso a Berlusconi, obiettivo pregiudiziale di Prodi e Veltroni. Cioè, in altre parole, la consapevolezza che gli avversari e le alternative esistono solo in campagna elettorale. E il giorno dopo che hai vinto, una parte degli sconfitti è già pronta a far patti con te. Autore: Claudio Cerasa Titolo: La presa di Roma Edizioni: Bur Pagine: 300 Prezzo: 9,80 Autore: Alessandra Sardoni Titolo: Il fantasma del leader Edizioni: Marsilio Pagine: 335 Prezzo: 16,50 |
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domenica 10 gennaio 2010
La Presa di Roma sulla Stampa/2
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