Il tesseramento del Pd si apre con queste belle parole del segretario del Partito democratico. “L’adesione non sarà più totalizzante come in passato ma sarà importante per essere protagonisti di un processo di costruzione di un partito che non è un altro partito, ma è un partito nuovo”. Naturalmente dietro a queste frasi ci sarà pure un tormentato e certamente sofisticato progetto politico. Fatto sta che il partito che doveva essere liquido – e dunque senza sezioni, senza correnti, senza tessere – oggi, invece, oltre ad avere una quindicina di correnti, oltre ad avere già un migliaio di sezione, si ritrova pure con le sue prime adesioni plastificate. Saranno, come detto, adesioni comunque poco “totalizzanti” ma saranno allo stesso tempo adesioni che arrivano dopo quelle già avviate dalla corrente più vivace del Pd, Red. E poi. E’ vero, come ha spiegato oggi il segretario e come ha spiegato il responsabile organizzazione del Pd Fioroni, che i tesserati non saranno diversi e non saranno più quelli di una volta. Fatto sta che da oggi quel grande partito all’americana con cui Walter Veltroni aveva lanciato la sua candidatura più o meno otto mesi fa esiste un po’ di meno. E quando il povero W. prova a identificare la novità del Pd spostando qua e là nelle sue frasi la posizione di un aggettivo (questo è “un partito che non è un altro partito, ma un partito nuovo”) sembra ricordare più che un Roosevelt e più che Clinton quel famoso vigile urbano di una vecchia pubblicità che provando a chiarire al suo scettico interlocutore la novità di un pennello da pittore spiegava che qui “non ci vuole un pennello grande ma un grande pennello”. E nel Pd, purtroppo, oggi sembra proprio funzionare più o meno così.
Claudio Cerasa
16/07/08
Cerazade ha cambiato indirizzo, e ora è qui
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento